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La maratona, un buon metodo per progredire (anche) spiritualmente

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Di lzf|Shutterstock

Francisco Vêneto - pubblicato il 26/05/21

Ogni mattina all’alba, nel parco di Springfield (Illinois, USA), mons. Thomas Paprocki, vescovo cittadino, va a fare footing. Questo maratoneta di lungo corso, oggi 67enne, ha pubblicato un libro in cui descrive otto tappe per una realizzazione fisica e spirituale.

A 67 anni Thomas Paprocki, il vescovo di Springfield (Illinois, USA), è un corridore appassionato che vanta nel proprio palmares la bellezza di 24 maratone terminate. Da principio, si trattava per lui di un modo per evitare le malattie cardiache proprie del retaggio genetico della sua famiglia. Col passare degli anni, però, la corsa è diventata la chiave del suo benessere spirituale e fisico. 

Nel suo nuovo libro, Running for a Higher Purpose, mons. Paprocki s’ispira alla sua vita di runner per guidare i lettori attraverso otto tappe verso una realizzazione spirituale e fisica, che a suo modo di vedere sono interconnesse. Scrive infatti: «Per riformare fisicamente la vostra vita, è cosa saggia riformarvi spiritualmente mediante atti di amore per Dio, per gli altri e… per voi stessi». 

Secondo lui, il nesso tra il fatto di seguire i comandamenti di Dio e l’essere un runner performante è evidente: 

I nostri cuori sono turbati quando non seguiamo la volontà di Dio, e se i nostri cuori sono turbati i nostri corpi ne saranno affetti e non funzioneranno come dovrebbero. 

A partire da questa convinzione mons. Paprocki stila la lista di otto tappe verso una realizzazione spirituale e fisica: 

  1. revisionare – capire a che punto di fitness sei;
  2. riformare – capire come migliorare; 
  3. risolvere – decidersi a passare all’azione; 
  4. ripetere – non mollare; 
  5. rinnovare – rigenerare il proprio benessere fisico e spirituale; 
  6. distendersi – bilanciare l’esercizio fisico e spirituale col bisogno di riposo; 
  7. ricompensare – godersi la soddisfazione personale per l’aver conseguito i propri obiettivi; 
  8. rallegrarsi – integrare un’anima e un corpo in forma sulla strada per la gioia eterna. 

La prima tappa consiste nello svolgere una revisione di fondo: «Valutate in qualche modo a che punto siete», scrive l’autore. 

Da adolescente non ero in cattiva forma, ma mi sono detto che col patrimonio genetico che avevo a un certo punto mi sarei probabilmente ammalato di qualche patologia cardiaca, e allora il mio esame di revisione si è fatto chiaro: dovevo fare qualcosa a riguardo. 

Mgr Paprocki
Mons. Thomas Paprocki in occasione della sua 25ª maratona, a Tulsa, in Oklahoma (novembre 2019).
Pagina Facebook di Mons. Thomas Paprocki

È lì che comincia la tappa successiva: 

Una volta che uno ha identificato quel che deve migliorare, bisogna che trovi un modo per conseguire l’obiettivo. 

Corsa a piedi, bicicletta, nuoto, camminata? Poco importa: l’importante è fare qualcosa. «E poi – prosegue il Vescovo nel suo libro – ogni tappa successiva si costruirà su questa base». 

Dal punto di vista spirituale, si applica esattamente la medesima metodologia: il processo di revisione si fa a partire da un esame di coscienza, cioè da una riflessione orante sui pensieri, sulle parole, sugli atti e sulle omissioni, al fine di individuare ogni peccato. Per l’autore del libro, è chiaro che una volta che ci si impegna a favore del benessere fisico e spirituale ci sono altri vantaggi, specialmente in àmbito mentale. Lo dichiarava in un’intervista al media cattolico americano Crux:

Tanta gente mi chiede come faccio a trovare il tempo di correre, dato il carico del mio ufficio e, paradossalmente, direi che proprio perché corro riesco a fare tutto quello che faccio. Trovo che quando comincio la mia giornata correndo la corsa mi aiuta a riflettere, a preparare le omelie, a delineare in mente la struttura di un capitolo di un libro… 

Si tende talvolta a dimenticare che la relazione tra il corpo e l’anima è un elemento importante della fede cristiana: 

Nel Credo diciamo che crediamo nella risurrezione dei corpi, e si parla proprio del nostro corpo. Noi attendiamo con impazienza il giorno in cui il nostro corpo sarà risuscitato, così come Nostro Signore è stato risuscitato col suo corpo glorificato. Questo significa che dobbiamo rispettare il nostro corpo e trattarlo correttamente. 

E come? Passo dopo passo, tappa dopo tappa, col ritmo giusto: 

L’allenamento per la maratona – spiega il prelato – è un processo progressivo in cui si aumenta il chilometraggio un poco ogni settimana. Allo stesso modo nella vita spirituale. Basta cominciare da questo primo passo: offrire la giornata quando si mette il piede a terra; dire il Benedicite prima dei pasti; andare a messa almeno una volta a settimana. Mano a mano, si progredisce sul cammino spirituale. 

Dunque non è necessario (e anzi neppure è possibile) fare tutto d’un colpo: «Bisogna fare un passo alla volta», conclude citando Giovanni Paolo II, il papa più sportivo della storia del papato: 

Lo sport contribuisce a far amare la vita; educa al sacrifico, al rispetto e alla responsabilità, conducendo alla piena valorizzazione di ogni persona umana. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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