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La città in cui San Francesco domò un lupo selvaggio (FOTO)

Basilica of Sant'Ubaldo

Massimax | Shutterstock

Bret Thoman, OFS - pubblicato il 03/06/21

Un pellegrinaggio nella bellissima Gubbio sulle orme di San Francesco

Situata a una quarantina di chilometri a nord di Assisi c’è la splendida città di Gubbio. Nota per il più grande albero di Natale del mondo (ogni anno le luci sul monte Ingino, che sovrasta il centro storico, vengono illuminate a formare un albero), è anche associata a San Francesco, e ha un santo incorrotto.

San Francesco e il lupo

Oggi Gubbio è facilmente accessibile da Assisi grazie a una nuova autostrada, ma all’epoca di San Francesco per raggiungerla bisognava percorrere una vecchia strada rocciosa, attualmente trasformata in una via nota come “Sentiero della Pace”.

Chi ha familiarità con la vita di San Francesco d’Assisi sa che a Gubbio questi ebbe un famoso incontro con un lupo selvaggio.

Nella parte bassa della città c’è una chiesa francescana, la chiesa di San Francesco, costruita nella seconda metà del XIII secolo sulla causa di una famiglia che accolse il santo dopo che aveva lasciato Assisi e scelto una vita di povertà. Parte delle mura dell’abitazione sono state preservate all’interno della chiesa.

Di fronte c’è una grande scultura bronzea che raffigura San Francesco e un lupo e ricorda un evento che ebbe luogo a Gubbio (cfr. I Fioretti di San Francesco, capitolo 21). Secondo la leggenda, un feroce lupo stava terrorizzando gli abitanti di Gubbio. Francesco andò incontro all’animale, fece il segno della croce e lo domò. Poi lo portò in città e fece promettere alla gente di nutrirlo e di prendersi cura di lui fino alla sua morte naturale.

La storia di Francesco e il lupo può essere considerata un’allegoria della capacità di pacificazione francescana. Nel 1873, è stato scoperto a Gubbio un sarcofago contenente le ossa di un animale, probabilmente un lupo. La tomba è ancora visibile, anche se lo scheletro è andato perduto.

Come Assisi, Gubbio è una città medievale ben conservata con le caratteristiche strade acciottolate. Nella valle c’è un anfiteatro romano splendidamente conservato risalente al I secolo a.C., secondo per dimensioni solo al Colosseo di Roma.

La basilica di Sant’Ubaldo

Da non perdere a Gubbio è una visita alla basilica di Sant’Ubaldo, che sovrasta la città e contiene i resti incorrotti del santo patrono di Gubbio. Anche se poco noto fuori dalla zona, il vescovo Ubaldo, del XII secolo, era noto per la sua pazienza e la sua gentilezza. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1160, molti miracoli vennero attribuiti alla sua intercessione.

La maggior parte dei visitatori e dei pellegrini prende una funivia per arrivare alla basilica. Gli abitanti di Gubbio ci arrivano anche in un modo molto più scenografico: la Corsa dei Ceri.

Ogni anno, in occasione della festa di Sant’Ubaldo, quattro squadre di ragazzi corrono lungo il fianco della collina portando i “ceri”, delle “macchine” di legno alte circa 5 metri. Prima della corsa, i ceri vengono coronati con statue di santi e fatti sfilare per la città. La festa risale al Medioevo.

Sant’Ubaldo è il patrono delle persone affette da autismo, dei bambini malati e di chi soffre di disordini ossessivo-compulsivi.

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