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Il bimbo più prematuro del mondo compie un anno, auguri Richard!

RICHARD SCOTT HUTCHINSON

Our lifes Journeys | Youtube

Annalisa Teggi - pubblicato il 21/06/21

Nato alla 21 settimana, pesava 340 grammi: questi numeri non erano a suo favore. I medici erano sicuri che non sopravvivesse. Ora festeggia non solo il primo compleanno ma il Guinness come bimbo più prematuro al mondo.

Tanto piccolo, ma con un nome lunghissimo: Richard Scott William Hutchison. Altisonante come il nome di un re o di un principe e in effetti si merita squilli di tromba e una festa in grande stile. Ma in realtà gli è bastata una torta di panna da poter pastrocchiare con le mani. Lo scorso 5 giugno Richard ha compiuto un anno, e (quasi) nessuno ci avrebbe scommesso.

Nascere troppo prematuro, in pandemia

Affrontare una gravidanza in tempo di pandemia significa mettere in conto delle complicazioni, ma quello che è accaduto alla famiglia Hutchinson del Wisconsin è stato un imprevisto enorme che poteva compromettere la vita del figlio di cui erano in attesa. Sarebbe dovuto nascere a ottobre, ma è venuto al mondo alla 21esima settimana, cioé il 5 giugno 202o. Presto, troppo presto.

Quando Beth e Rick Hutchinson (entrambi americani) hanno dato il benvenuto al loro figlio il 5 giugno 2020 – con molti mesi di anticipo – era così piccolo da stare nel palmo delle loro mani.

Pesava appena 340 grammi – circa come una confezione di zuppa in scatola, un decimo del peso medio dei bimbi appena nati – e la prognosi iniziale per Richard Scott William Hutchinson non era affatto ottimistica.

Da Guinness World’s Records

Diciamolo chiaro, le previsioni erano infauste. A causa di alcune complicazioni, la madre Beth è andata in travaglio con quattro mesi di anticipo e giunta in ospedale i medici l’hanno assistita nel parto, informando con chiarezza tutta la famiglia che purtroppo per il bimbo non c’era nessuna possibilità di sopravvivenza.

Non era cattiveria da parte dei medici, ma una constatazione sulla base di evidenze: 21esima settimana significa secondo trimestre di gravidanza, cioè una fase in cui lo sviluppo del bambino è ancora lontano dall’essere pronto per la vita fuori da grembo materno. Le palpebre si stanno separando, il midollo osseo si è appena formato e comincia a produrre globuli rossi, il bimbo impara a deglutire: segni chiari che il viaggio va in direzione del mondo esterno, ma sono segni ancora molto precoci. Eppure.

Appena nato, Richard è stato subito trasferito al reparto di Terapia Intensiva Neonatale del Minnesota senza poter aver nessun contatto coi genitori a causa delle norme Covid. Questo ulteriore strappo è stato drammatico per la famiglia, ma gli ha salvato la vita. Una dottoressa era pronta a scommettere tutto su questo piccolissimo guerriero. La neonatologa Stacy Kern ha dichiarato:

“Sapevo che le prime settimane di vita di Richard sarebbero state molto difficili, ma sentivo che se le avesse superate, sarebbe sopravvissuto”.

Ibid

6 mesi di lotta a distanza

Richard ha trascorso 6 mesi nel reparto di Neonatologia e nel rispetto dei protocolli Covid i suoi genitori non sono potuti stargli a fianco continuativamente. Mamma e papà hanno dimostrato una forza non da poco, facendo la spola ogni giorno dal Wisconsin al Minnesota per poter vedere e assistere il loro bambino quel tanto che era loro concesso. E i dottori hanno riconosciuto che questa perseveranza nella difficoltà delle circostanze da parte dei genitori ha giocato un ruolo essenziale nella sopravvivenza di Richard.

Il contatto è fondamentale nella vita del neonato, certo. Ma le risorse della vita sono infinite e a noi ancora misteriose. Genitori e figli sono legati. Mentre Richard combatteva la sua battaglia nell’unità di terapia intensiva, la madre e il padre stavano nella loro trincea fatta di una spola quotidiana sfiancante ed emotivamente impegnativa. Non era il contatto perfetto, descritto dai manuali sulla maternità, ma è stato indubitabilmente un legame che ha dato forza a tutti.

“Attribuisco questa sopravvivenza miracolosa ai suoi meravigliosi genitori che sono stati presenti passo dopo passo e anche alla squadra di neonatologia. Ci vuole un villaggio per curare e dare a forza a questi bambini finché non sono pronti per andare a casa” – dottoressa Stacy Kern.

Ibid.

E Richard è riuscito a festeggiare il Natale a casa, dopo essere stato dimesso ai primi di dicembre 2020 dall’ospedale. Da quel momento le feste si sono susseguite.

Un bambino da Guinness

Per festeggiare il primo anno di vita Richard si è meritato una torta alla panna. L’ha studiata per un po’, il tempo di qualche foto di rito e poi via. Ci ha buttato le mani sopra e ha fatto quel che doveva: giocarci, sporcarsi, assaggiarla. Tatto, vista, gusto … tutto mescolato. Attorno a lui un vocio di parenti entusiasti e allegri.

Richard invece è stato molto serio nella sua osservazione e conoscenza della torta. E nel guardarlo noi impariamo da capo cosa significa essere una presenza. Gli adulti finiscono le loro giornate coi vestiti immacolati (tendenzialmente), e la si considera una condotta inapputtabile. Ma è raro che capiti ai bambini. Loro ci ricordano che essere è tutt’uno con conoscere e conoscere è tutt’uno con sporcarsi, cioé immergersi davvero dentro il sapore, la consistenza, l’odore della vita. E’ stato più complicato del previsto, ma – caro Richard – benvenuto nel mondo del sole che scotta, dell’acqua che rinfresca, della rosa che profuma e delle mamme che urlano.

A quanto pare si è meritato un grande riconoscimento: il comitato dei Guinness World’s Records ha stabilito che detiene un grande primato, è il bambino più prematuro ad essere sopravvissuto. Ha ‘strappato’ il titolo a un bimbo canadese, James Elgin Gill, che deteneva il record da più di trent’anni. Nascendo alla settimana 21 più 2 giorni, Richard lo ha battuto di appena 3 giorni.

In fondo, però, James e Richard giocano nella stessa squadra e – di questi tempi – sono come salmoni che nuotano contro corrente e mostrano il loro dorso scintillante oltre il pelo d’acqua. La vita ha risorse incredibili. E’ fin troppo frequente notare che quando si parla di date e gravidanza è per concedere sempre più spazio alla morte, per togliere sempre più argini così che la fiumana dell’aborto esondi. A sostegno di questo genere di calcoli c’è un pensiero vuoto di quello sguardo coinvolto col mondo che Richard già possiede.

E guardandolo che pastrocchia con la sua torta, viene da pensare che è ben strano che il mondo sia pieno di gente che festeggia il suo compleanno ogni anno e poi s’immischia con le date di chi ancora è nella pancia della mamma per impedirgli di festeggiare i propri.

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