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Felicità «fake» vs beatitudini reali

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Sirisak_baokaew|Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 17/03/22

Felici quando si è poveri, quando si ha fame, quando si piange, quando si viene esclusi, odiati, insultati e proscritti?

Molti mi fanno promesse di felicità. Alcune sono reali, come quelle di Gesù. Altre sono un «fake». Sapete distinguerle?

Ho sempre la tentazione di salire sul monte. Di fuggire verso il silenzio delle vette. Lì dove abita Dio e dove l’anima riposa.

Il monte mi evoca sempre luce, pace, solitudine, silenzio. Ho bisogno di salire sul monte per incontrare Dio.

Quali monti salgo nella mia vita? Sono i monti in cui mi ritrovo con me stesso, a tu per tu con Dio.

Mi costa guardarmi dentro. Affondare nell’interiorità della mia anima. Immergermi nei misteri della mia storia.

Il pozzo dell’anima è sempre più pieno di esperienze, di gioie e dolori. E sulla vetta del monte è più facile guardarsi dentro.

Salire e poi scendere

Costa e fa male sempre, ma è la strada che Dio mi chiede di percorrere. Salire sulla vetta, scendere nel profondo della mia anima, incontrare la mia sete e i miei sogni. Sotterrare le ombre e lasciare che entri la luce.

Mi piace quel Gesù che sale sul monte a pregare, per stare con suo Padre. E poi scende a valle, in pianura, e incontra tutti coloro che Lo cercano, Lo aspettano, vogliono toccare anche solo il Suo mantello e ascoltare le Sue parole.

In pianura non c’è silenzio, non c’è pace. Sono tanti quelli che Lo cercano, tante le aspettative di tutti… La sua fama Lo precede.

Felice in modo nuovo

E allora si rivolge a quelli che Lo ascoltano:

“Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”.

Il Discorso della Montagna mi ha sempre colpito. Mostra come sia l’anima di Gesù e quella di Suo Padre Dio.

Mi dice che sarò felice in un modo nuovo. Diverso da quello che mi offre il mondo.

Felice quando sarò povero, quando avrò fame, quando piangerò, quando verrò escluso, quando mi odieranno, insulteranno e proscriveranno. Quel giorno sarò felice.

Quando sperimenterò il dolore sarò felice. Non lo capisco.

Le false beatitudini del mondo

Il mondo mi offre un’altra felicità. Sono altre le sue beatitudini, e mi sembrano più attraenti e potenti.

Felice se tutti mi applaudono e riconoscono. Se gli altri accettano che la mia vita sia degna di essere ammirata e seguita.

Felice quando rido della vita e mi godo tutto quello che mi offre il mondo con i suoi beni.

Quando tutto quello che faccio riesce e mi va bene tra gli uomini.

Quando molti mi amano, sempre. E quando tutti parlano bene di me e mi lodano per le mie grandi opere.

Felice quando non provo alcun malessere, non ho alcuna croce, nessun contrattempo, quando non sperimento non alcuna frustrazione.

Anche quando le cose vanno come speravo e tutti si comportano con me come mi piace.

Felice quando la gente rispetta le mie regole e nessuno si ribella contro le mie decisioni. Quando mi va sempre bene, quando nessuno di coloro che amo soffre per la malattia.

Felice quando io stesso ho la salute. Queste beatitudini sono quelle proclamate dal mondo.

Una felicità vera

E mi sento piccolo perché non riesco a raggiungerle. Non ottengo quella felicità della soddisfazione immediata che il mondo mi ha promesso.

Mi attira quella felicità tanto umana, tanto terrena. E non capisco le parole di Gesù, che mi confondono tanto.

Felice se sono povero, se ho fame, se non ottengo quello che voglio. Come posso essere felice in quei momenti di desolazione?

La felicità che Dio mi offre si trova dentro di me. Abita nella mia interiorità, nel più profondo.

Non me la danno gli uomini. Il mondo non fa sì che io sia felice. Soffrirò, piangerò, perderò, fallirò molte volte, e nonostante questo sono chiamato ad avere pace e felicità nell’anima.

Un miracolo dentro di me

È quello che Gesù può fare dentro di me. Le beatitudini sono un miracolo di Dio dentro di me.

È il Suo potere che mi cambia dentro e mi riempie di serenità. Sono i Suoi sogni che trionfano in me.

In quei momenti sarò felice se confido, se metto il mio cuore nelle Sue mani, se continuo ad amarlo anche quando mi sembra che niente vada bene.

Nella povertà, nell’abbandono, negli insulti e nelle privazioni mi resta solo Dio.

Un’allegria permanente

Solo Gesù mi guarda con bontà e mi dice di non temere, di confidare, che Lui non mi lascerà mai solo. Egli è la causa della mia vera allegria.

La felicità che mi offre è a prova di incidenti, di fallimenti, di delusioni. È un’allegria che è dentro di me, e niente e nessuno potrà togliermi neanche una goccia di quella felicità che viene dall’alto.

La fiducia e il radicamento profondo in Dio mi rendono capace di resistere a qualsiasi disgrazia.

Questa felicità non è quella che mi dà il mondo. La felicità del mondo marcisce.

La felicità di Dio è più profonda, più permanente, più vera. E le contingenze di questa vita non riusciranno a togliermi la pace.

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