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L’ombra dell’Unione Sovietica sulla Chiesa nella Russia di oggi

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Коля Саныч

Francisco Vêneto - pubblicato il 18/03/22

Per un professore intervistato in condizioni di anonimato, la Chiesa cattolica già affronta in Russia una “nuova era di silenzio”

L’ombra dell’Unione Sovietica aleggia nuovamente sulla Chiesa cattolica nella Russia del XXI secolo, secondo un professore cattolico russo intervistato dal portale informativoCatholic News Service che per ragioni di sicurezza ha chiesto di non essere identificato.

A suo avviso, i membri del clero russo temono di essere arrestati nel caso in cui mettano in discussione la guerra mossa dal regime di Vladimir Putin contro l’Ucraina. Per l’intervistato, la Chiesa cattolica sta affrontando in Russia una “nuova era di silenzio”.

Varie parrocchie cattoliche del Paese, ha commentato, stanno organizzando preghiera per un immediato cessate il fuoco, ma i sacerdoti non possono esprimersi pubblicamente:

“Siamo di nuovo in una situazione molto simile a quella dell’Unione Sovietica atea, in cui i sacerdoti dovevano accendere la radio o la televisione per non essere ascoltati dai servizi speciali. I sacerdoti non vogliono danneggiare la comunità cattolica, né essere arrestati e veder chiuse le loro chiese”.

Di fatto, il Governo di Putin proibisce la diffusione di informazioni non ufficiali. Emendamenti al Codice Penale approvati il 4 marzo impongono multe severe e perfino 15 anni di prigione per chi viene giudicato responsabile di diffondere “fake news” contro le forze armate russe, il che include il divieto di chiamare “guerra” la guerra: secondo il Governo, quella che viene attuata in Ucraina è un’“operazione militare speciale”.

Il professore intervistato dalCatholic News Service ha aggiunto che i cattolici con amici e parenti in Ucraina sono ben consapevoli della realtà attuale, ma anche del fatto che possono essere arrestati nel caso usino le “parole sbagliate”, il che è particolarmente valido per i sacerdoti nelle loro omelie.

La situazione di censura e minaccia di rappresaglie è così grave che molti vescovi cattolici della Russia stanno evitando perfino di divulgare il messaggio di Papa Francesco all’Angelus del 6 marzo, quando il Pontefice ha dichiarato enfaticamente che l’invasione russa in Ucraina non è solo un’“operazione militare speciale”, ma una guerra che semina morte.

Secondo il professore, molti cattolici stanno abbandonando la Russia per evitare sia la repressione che un possibile arruolamento militare obbligatorio. La prospettiva, in generale, è piuttosto cupa:

“Molta gente si aspetta una nuova Cortina di Ferro, con la chiusura delle nostre frontiere e del nostro accesso al mondo. La polizia ora è occupata in altre questioni, ma a breve potrebbe rivoltarsi contro di noi. La nostra Chiesa potrebbe affrontare una nuova era di silenzio”.

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