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Il Papa: la politica è dialogo rispettoso, non negoziati ostili tra partiti

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Antoine Mekary | ALETEIA

Vatican News - pubblicato il 16/05/22

Francesco incontra i membri della fraternità di Chemin Neuf che incoraggia nell'impegno per migranti ed ecologia. L'invito a "vivere l’incontro politico come incontro fraterno", soprattutto con chi è meno d’accordo: "Serve un cambio di sguardo: se non avviene, la politica rischia di trasformarsi in confronto violento per far trionfare le proprie idee. Non si può fare politica con l’ideologia"

Francesco incontra i membri della fraternità di Chemin Neuf che incoraggia nell’impegno per migranti ed ecologia. L’invito a “vivere l’incontro politico come incontro fraterno”, soprattutto con chi è meno d’accordo: “Serve un cambio di sguardo: se non avviene, la politica rischia di trasformarsi in confronto violento per far trionfare le proprie idee. Non si può fare politica con l’ideologia”.

Una eredità viva ancora oggi, che si concretizza in iniziative particolare come quella di alcuni membri della Comunità che hanno scelto di vivere insieme in mezzo a un quartiere popolare di Parigi, per stare in ascolto dei poveri. “Ecco un modo cristiano di fare politica!”, afferma Papa Francesco.  

Negoziati ostili

Politica che, dice, “è anzitutto un’arte dell’incontro” che “si vive accogliendo l’altro e accettando la sua differenza, in un dialogo rispettoso”.

Come cristiani, tuttavia, c’è di più: poiché il Vangelo ci chiede di amare i nostri nemici, non posso accontentarmi di un dialogo superficiale e formale, come quei negoziati spesso ostili tra partiti politici.

Cambio di sguardo

“Siamo chiamati a vivere l’incontro politico come un incontro fraterno, soprattutto con coloro che sono meno d’accordo con noi; e ciò significa vedere in colui con cui dialoghiamo un vero fratello, un figlio amato di Dio”, sottolinea il Pontefice. Tutto comincia dunque con “un cambiamento di sguardo sull’altro”, con “un accogliere e rispettare senza condizioni la sua persona”.

Se tale cambiamento del cuore non avviene, la politica rischia di trasformarsi in un confronto spesso violento per far trionfare le proprie idee, in una ricerca di interessi particolari piuttosto che del bene comune, contro il principio che “l’unità prevale sul conflitto”.

Bene comune  

Francesco esamina la politica anche dal punto di vista cristiano, quindi come “riflessione”, “formulazione di un progetto comune”. In tal senso, cita Edmund Burke, politico britannico del XVIII secolo, ma anche filosofo e scrittore nonché uno dei principali precursori ideologici del Romanticismo inglese. Agli elettori di Bristol, Burke spiegava “che non avrebbe potuto limitarsi a difendere i loro interessi particolari, ma che sarebbe stato piuttosto inviato, a loro nome, per elaborare con gli altri membri del parlamento una visione per il bene dell’intero Paese, per il bene comune”.

“Come cristiani, comprendiamo che la politica, oltre che attraverso l’incontro, si porta avanti con una riflessione comune, alla ricerca di questo bene generale, e non semplicemente con il confronto degli interessi contrastanti e spesso opposti”.

“Il tutto è superiore alla parte”, dice Papa Francesco, “non dimenticate questo”. E la bussola per elaborare questo progetto comune è il Vangelo, “che apporta al mondo una visione profondamente positiva dell’uomo amato da Dio”.

Impegno concreto

Infine, la politica è anche azione. Quindi non un mero spazio di dibattito e scambio, ma anche “impegno concreto”. “Come cristiani, abbiamo bisogno di confrontare sempre le nostre idee con lo spessore del reale, se non vogliamo costruire sulla sabbia che prima o poi finisce per cedere. Non dimentichiamo che la realtà è più importante dell’idea”, sottolinea Papa Francesco, incoraggiando l’impegno in favore dei migranti e dell’ecologia.

No ideologie

“Non dimenticare queste linee, che la realtà è più importante dell’idea”, insiste Papa Francesco a braccio. “Non si può fare politica con l’ideologia. Il totale è superiore alla parte, e la realtà è superiore al conflitto. Sempre cercare la realtà e non perdersi nel conflitto”. Ancora, distaccandosi dal discorso scritto, il Papa si sofferma sui concetti di “memoria, speranza e asombro“, al centro del discorso iniziale di saluto di un giovane brasiliano. “Asombro”, che significa “stupore”: “Non è possibile la vita cristiana senza questo asombro, senza lo stupore”, afferma il Pontefice. “Lo stupore è quello che mi fa sentire che sono in Gesù, con Gesù. Lo stupore di vedere la grandezza del Signore, la grandezza della sua Persona, la grandezza del suo programma, di sentire la grandezza delle Beatitudini come programma di vita. E poi quell’altra parola… memoria… Memoria, speranza, stupore. Il passato, il futuro e il presente: non c’è futuro senza il presente, e non c’è speranza senza lo stupore”.

Un momento di preghiera comune

“Coltivate la preghiera con il Vangelo per sentire lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo”, è l’invito finale del Vescovo di Roma. Che proprio in preghiera si sofferma, al termine dell’udienza, con i ragazzi suoi ospiti in Sala Clementina, tutti disposti intorno a lui, ognuno con le mani sulla spalla dell’altro.

L’originale su Vatican News

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