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Cosa pensa il Vaticano dell’Ucraina – Il miracolo di Giovanni Paolo I – & altro…

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JOHN PAUL 1ST

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i.Media per Aleteia - pubblicato il 19/05/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Giovedì, 19 maggio 2022

1. Perché è difficile capire cosa pensa il Vaticano dell’Ucraina

2. Toni Servillo interpreta un Paolo VI “tra misericordia e responsabilità”

3. Polonia: la questione degli abusi durante il pontificato di Giovanni Paolo II al centro di un documentario

4. Disagio nella Chiesa in Germania sulla questione del suicidio assistito

5. La splendida storia dietro il miracolo della beatificazione di Giovanni Paolo I

1. Perché è difficile capire cosa pensa il Vaticano dell’Ucraina

Se il Papa ha rilasciato numerose dichiarazioni denunciando il conflitto letale in Ucraina, alcuni aspetti della diplomazia papale hanno sollevato varie questioni tra i vaticanisti. John Allen, ad esempio, pone una serie di domande che restano più o meno senza risposta. “Il Vaticano sostiene le sanzioni economiche aggressive imposte dalla maggior parte degli Stati occidentali alla Russia?”, “Il Vaticano concorda con la diagnosi della Chiesa Ortodossa Russa secondo la quale Putin è un difensore dei valori cristiani tradizionali, sia all’interno che all’estero?”, “Cosa pensa il Vaticano dell’estensione della NATO, soprattutto della richiesta di Finlandia e Svezia di unirsi immediatamente?”… Secondo Crux, qualche ipotesi può spiegare l’approccio vago mantenuto dal Vaticano. In primo luogo, Papa Francesco non è un Pontefice europeo, e resiste quindi “ad essere identificato in modo troppo stretto con le politiche occidentali”. In secondo luogo, il Papa vuole probabilmente rimanere cauto nel tentativo di preservare i rapporti ecumenici che ha stabilito con Mosca. Se il mondo ortodosso è lacerato, Francesco non vuole diventare un attore a pieno titolo in questo conflitto interno.

Crux, inglese

2. Toni Servillo interpreta un Paolo VI “tra misericordia e responsabilità”

È attualmente in svolgimento sulla Riviera francese la 75ma edizione del Festival di Cannes, e artisti di ogni nazionalità percorrono il red carpet della Croisette. È il caso del regista Marco Bellocchio, che presenta il suo film intitolato Esterno notte. La pellicola, che l’anno prossimo verrà divisa in una miniserie, racconta la tragica storia della scomparsa di Aldo Moro, leader del partito della Democrazia Cristiana assassinato dalle Brigate Rosse nel 1978. Ricordando quel momento terribile, si fa spesso riferimento a Papa Paolo VI, Pontefice dell’epoca, che ha vissuto quegli eventi storici senza poter offrire alcun aiuto. L’attore Toni Servillo, star del film vincitore del premio Oscar La Grande Bellezza, interpreta il ruolo di Paolo VI, personaggio che cerca di incarnare più accuratamente possibile: “Mi sottraggo a facili generalizzazioni sulla figura del Papa (…) Mi interessava dare questa dimensione conflittuale molto forte che il Papa esprime con parole sue”. L’attore è stato felice di lavorare con Marco Bellocchio e di poter portare sullo schermo “una figura che si muove in modo drammatico tra la sua l’immagine temporale e quella misericordiosa di uomo di fede”.

Ciak Magazine, italiano

3. Polonia: la questione degli abusi durante il pontificato di Giovanni Paolo II al centro di un documentario

Come ha potuto Giovanni Paolo II, “un sacerdote la cui grandezza si è realizzata nell’amore della dignità umana, nella santità del sacerdozio e nel rispetto della sofferenza umana”, aver permesso che l’abuso di minori si diffondesse nella sua Chiesa? È la domanda che la vaticanista polacca Paulina Guzik pone in un documentario, “House of Glass”, che analizza le parti più oscure del pontificato del suo compatriota. Per il sito web Deon, la giornalista spiega che la sua indagine si concentra sul modo in cui sono state nascoste le azioni dell’ex cardinale McCarrick o di padre Maciel. A suo avviso, bisogna inserire tutto nel contesto del periodo, perché nessun Papa può agire “indipendentemente dall’epoca in cui vive”. La giornalista ricorda che i primi lavori sugli abusi sessuali infantili sono stati pubblicati un anno prima dell’inizio del pontificato del Papa polacco, sottolineando tuttavia la responsabilità personale dell’entourage papale, soprattutto del cardinale Angelo Sodano. Un’azione che la giornalista ritiene necessaria e inevitabile, anche se la Chiesa ne può rimanere ferita. 

Deon.pl, polacco

4. Disagio nella Chiesa in Germania sulla questione del suicidio assistito

In Germania, il suicidio assistito è stato reato penale per un periodo di tempo relativamente breve (2015-2020), e riguardava solo le offerte commerciali e le associazioni che lo proponevano. Lo Stato tedesco non può intervenire per ostacolare la realizzazione di una decisione libera di commettere suicidio. Il teologo Notger Slenczka spiega sull’Herder Korrespondenz che se le Chiese cattolica e protestanti si sono unite per considerare il suicidio assistito un reato penale nel 2015, l’unione si è spezzata dopo la sua autorizzazione nel 2020. Molti pastori hanno esortato a difendere la libertà delle persone e a “smettere di dire alla gente come vivere”. Il movimento è stato seguito da alcuni cattolici a Brema e nella Bassa Sassonia, e apre la porta a delle eccezioni. Notger Slenczka mette in guardia sulla tentazione delle Chiese di stabilire “criteri di eleggibilità” per il suicidio assistito, perché sarebbe un ostacolo alla libertà che dicono di difendere.

Herder Korrespondenz, tedesco

5. La splendida storia dietro il miracolo della beatificazione di Giovanni Paolo I

Albino Luciani, più noto come Giovanni Paolo I, verrà beatificato a settembre per la guarigione di Candela Giarda. Nel 2011, la bambina soffriva di una sindrome epilettica dovuta probabilmente a un’infezione. Dopo 62 giorni collegata a macchinari che le garantivano il sostegno vitale, il medico dell’ospedale ha detto a sua madre che Candela sarebbe morta. La donna è corsa alla chiesa più vicina ed è tornata con padre José Dabusti. P. Dabusti ha posto le mani sulla bambina e l’ha affidata alle preghiere di Giovanni Paolo I, andandosene poi e lasciando la madre in preghiera. Il giorno dopo le condizioni di Candela sono migliorate, e oggi frequenta l’università e gode di buona salute. In occasione della beatificazione di Papa Luciani, un’inchiesta giornalistica intitolata “Cos’hanno fatto?” rivela informazioni e analisi collegate alla morte controversa del Pontefice, parlando di un possibile avvelenamento, ma anche di teorie su un rapporto con la mafia e della mancanza di comunicazione da parte della Santa Sede circa l’autopsia del “Papa dei 33 giorni”.

Clarin, spagnolo

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