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Papa Francesco mostra il cartellino giallo al Cammino Sinodale tedesco 

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SYNOD GERMANY

Sebastian Gollnow / dpa Picture-Alliance via AFP

Cyprien Viet - pubblicato il 15/06/22

In una conversazione con alcuni responsabili di riviste di Gesuiti resa pubblica martedì 14 giugno, papa Francesco sembra mostrare perplessità sulle derive del cammino sinodale tedesco, e avverte quanto al rischio di dissolvimento dell’identità cattolica rispetto al protestantesimo.

A partire dal voto di diverse mozioni in favore dell’ordinazione di donne e del riconoscimento delle unioni omosessuali, il 5 febbraio, ultima plenaria dell’assemblea organizzata a Francoforte, il Synodale Weg tedesco suscita numerosi interrogativi. 

In una conversazione con responsabili di riviste di Gesuiti, il Papa non ha eluso la questione. Ha spiegato di aver detto a mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale tedesca, che «in Germania c’è una Chiesa evangelica molto buona», e che pertanto «non ce ne vogliono due». 

Il problema tedesco si pone, secondo il Papa, 

quando la via sinodale nasce dalle élite intellettuali, teologiche, e viene molto influenzata dalle pressioni esterne.

Frizioni fra Roma e la Germania 

I mesi trascorsi sono effettivamente stati segnati da vibranti scossoni tra Roma e la Germania, in particolare quando il cardinale Marx ha rimesso in discussione il Catechismo della Chiesa Cattolica: l’arcivescovo di München aveva dichiarato, in un’intervista pubblicata a Marzo, che l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità «non è scolpito nel marmo» e che è anzi «permesso avere dubbi a riguardo». Una relativizzazione che pone la questione della libertà della Chiesa a fronte delle “colonizzazioni ideologiche” regolarmente denunciate da papa Francesco. 

Tale tentazione liberale non è nuova, e l’ultimo viaggio apostolico di un papa in Germania fu segnato anche da questi dibattiti. In un importante discorso pronunciato il 25 settembre 2011 a Freiburg im Breisgau, davanti a cattolici impegnati nella Chiesa e in società, papa Benedetto aveva messo in guardia dalla tentazione di 

una Chiesa soddisfatta di se stessa, che si accomoda in questo mondo, è autosufficiente e si adatta ai criteri del mondo.

Implicitamente il Papa poneva la questione dello statuto fiscale della Chiesa cattolica tedesca, le cui (assai elevate) rendite statali possono opacizzare la sua libertà politica. 

Restare nella comunione della Chiesa 

Una delle altre sfide fondamentali è la coerenza dottrinale della Chiesa Cattolica in Germania, laddove altre conferenze episcopali, come quella della vicina Polonia, sono molto più legate al quadro della famiglia tradizionale. 

Il presidente dell’episcopato polacco, mons. Stanisław Gądecki, ha ricevuto discreti segnali di appoggio da parte del Vaticano, dopo aver messo per iscritto al suo omologo tedesco le proprie riserve in merito alle direzioni intraprese dal Cammino Sinodale: 

Non dobbiamo soccombere – scriveva in quella lettera, resa pubblica in febbraio – alle pressioni del mondo oppure sottometterci al modello della cultura dominante, perché ciò potrebbe condurre alla corruzione morale e spirituale. 

Rischio di un «impoverimento del contenuto della nostra fede» 

I vescovi di Scandinavia erano ugualmente saliti sulla barricata all’inizio di marzo, denunciando nelle proposizioni tedesche il rischio di un «impoverimento del contenuto della nostra fede». In territori segnati dal liberalismo morale, la Chiesa cattolica si sa piccola ma assume il proprio essere «minoranza creativa». 

Nella sua discussione con le riviste dei Gesuiti, il Papa ha espresso la propria ammirazione per il cardinale svedese Anders Arborelius, già protestante divenuto vescovo cattolico di Stoccolma dal 1998. Parametro stupefacente, visto da Roma: dal 2009, il suo omologo per la Chiesa luterana è una donna lesbica, che convive con un’altra donna-prete di quella Chiesa legata allo Stato, e che si è totalmente adattata allo spirito del tempo e alle leggi civili. 

A fronte di questi differenti stili di vita, il cardinal Arborelius pratica un dialogo ecumenico regolare e ha un’identità cattolica rivolta verso i poveri e gli stranieri, ma resta ferma sul piano morale. 

Un’identità cattolica vissuta in pienezza, senza animosità riguardo alle altre confessioni, ma senza confusione dei ruoli: è la via che il Papa sembra voler proporre, e la prosecuzione del percorso sinodale avviato a livello mondiale dovrebbe permettere di marcare il terreno e correggere il tiro delle proposizioni tedesche. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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