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La tratta di esseri umani, piaga del nostro tempo

little girl human trafficking

By HTWE/SHutterstock

Lucandrea Massaro - pubblicato il 23/06/22

Si è tenuto ieri - a Roma - un importante convegno sul tema promosso dall’Associazione Cavalieri di San Martino e Associazione San Martino Onlus

Un incontro su un tema spinoso e soprattutto poco esplorato e poco considerato dall’informazione e dalle istituzioni: la tratta degli esseri umani. Una forma di schiavismo che riduce le persone ad oggetti, che limita la libertà con violenza e minacce, sfruttando la povertà e la disperazione. L’occasione per parlarne è nata grazie al convegno organizzato dall’Associazione Cavalieri di San Martino e Associazione San Martino Onlus, in collaborazione con The Hub che si è tenuto ieri a Roma.

Grazie ai numerosi relatori di grande competenza, emerge un quadro di sfruttamento e di sopraffazione nelle persone che – vittime della tratta di esseri umani – raccontano storie strazianti. Senza documenti e senza diritti, sono persone che restano spesso preda della criminalità e dell’indifferenza delle istituzioni. Essenziale – dicono – andare oltre la mera questione legale, le persone vanno assolutamente integrate nella società proprio per non essere in qualche misura, dopo la loro liberazione, ri-vittimizzate, stavolta però dallo Stato che non le riconosce, non le supporta o le abbandona.

La schiavitù non è dunque un fatto relegato al passato. In Mauritania fino al 1980 e in Niger fino al 2003 la schiavitù era legale o tollerata. Ma non è solo un problema dei paesi extraoccidentali. La storia del riconoscimento di questo reato è relativamente recente: negli stati europei fino al 1904 si parlava di reprimere la schiavitù delle donne bianche, ma solo nei termini di “tratta”. Solo nel 1926 la comunità internazionale ha emanato una convenzione contro la “schiavitù”, ripresa poi nel ’56 dopo la guerra. Solo a partire dal 2000 (quindi quasi 50 anni dopo) le due cose sono equiparate e divenute la stessa cosa anche giuridicamente. Fino ad allora erano considerate diverse e quindi difficilmente contrastabile.

Quando c’è schiavitù?

Quando una persona è ridotta – giuridicamente – ad essere considerata un oggetto. Questa in sintesi brutale è la definizione che si può dare della schiavitù.

Un fenomeno che si pensava superato, relegato magari all’antichità, eppure in realtà sempre presente e sempre noto, anche se lo sguardo delle istituzioni spesso ha latitato. La Corte penale Internazionale nel 2000 che persegue alcuni reati come: genocidio, crimini di guerra, aggressione e delitti contro l’umanità tra cui la schiavitù. Alla Germania nazista venne imputato anche questo: schiavizzava gli internati. Non solo le persone quindi, ma anche gli stati quindi sono stati attori di schiavismo in età contemporanea.

La lotta a questo fenomeno passa anche dal diritto all’educazione, e al razzismo, una tematica che in Europa ancora si fa fatica ad affrontare (solo nel 2021 un primo contro sul tema a livello UE). Nella lotta alla tratta e alla schiavitù, l’Italia può avere un ruolo centrale anche per la sua centralità geografica.

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