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Per te la preghiera è un dovere o una relazione fondamentale?

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Jeffrey Bruno

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 05/09/22

L’idea che abbiamo noi di preghiera è quasi sempre legata a un bisogno: mi serve qualcosa quindi prego. Gesù dimostra invece un modo diverso di pregare: coltivare una relazione vitale con Suo Padre.

Vangelo di martedì 6 settembre 2022

In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

(Luca 6,12-19)

Due cose colpiscono particolarmente nel Vangelo di oggi. La prima è il tempo di preghiera che Gesù si prende:

se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.

Perché Gesù prega? E soprattutto perché prega così lungamente? L’idea che abbiamo noi di preghiera è quasi sempre legata a un bisogno: mi serve qualcosa quindi prego.

Gesù dimostra invece un modo diverso di pregare: coltivare una relazione vitale. Infatti finché la preghiera non diventa per noi come il respiro è ancora solo performance.

Questo lo capiscono bene coloro che hanno compreso della vita una cosa importante: si è felici proporzionalmente alla qualità delle relazioni che costruiamo.

Infatti più uno si sente voluto bene e riesce a voler bene, e più avverte la vita come vivibile, affrontabile, attraversata da una misteriosa luce.

Gesù investe tempo nelle relazioni con la gente che gli è accanto, ma investe tempo anche in quella relazione decisiva che è con Suo Padre. A Lui dedica tempo, anzi gli dedica il tempo dell’intimità, quello della notte, quello degli spazi della giornata che solitamente si riservano a chi amiamo molto.

Ecco che ne viene fuori una grande domanda: la preghiera è per noi un dovere o un investimento relazionale? Il secondo aspetto del vangelo di oggi che attira la nostra attenzione è questo:

Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

Chi prega è misteriosamente pieno di una forza che sana anche chi gli è accanto. Questo era vero per Gesù ma è vero anche per ognuno di noi. 

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