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L’essere umano ha sete di Dio

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Tonktiti | Shutterstock

padre Reginaldo Manzotti - pubblicato il 15/09/22

La ricerca di Dio fa parte della natura umana, è inscritta nella nostra essenza, è antropologica

Questa settimana celebriamo la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, e la Madonna Addolorata, il 15. Può sembrare strano festeggiare una croce e la sofferenza, ma non è questo che si celebra. Dobbiamo compiere un passo in più, perché Gesù ci ha amati tanto da dare la via per noi.

È stato un donarsi. Dio si è fatto uomo per vincere l’ultima barriera: la morte. La croce è vuota, Gesù è risorto, ed è questo che celebriamo, quell’amore che arriva alle conseguenze estreme. E noi creature siamo attirate da quell’amore.

L’uomo ha sete di Dio

L’essere umano, la natura umana, ha sete di Dio. È una verità che dobbiamo accettare, la nostra anima ha fame e sete di Dio. La nostra natura umana cerca il suo Creatore. Questo non ha a che fare con le teorie sul dove, come o quando sia nato l’essere umano. Ogni essere umano è uno “sdoppiamento” di Dio. Quando diciamo che Dio ci ha creati a Sua immagine e somiglianza, è come dire che Dio ci ha fatti come parte di Lui.

È interessante percepire che l’essere umano, indipendentemente da tutte le analisi, tutti gli studi sulla Genesi e tutte le teorie, è un essere fatto di materia, e a partire da un intervento di Dio ha preso coscienza. L’essere umano è diventato razionale, cosa che non si è verificata con gli altri animali.

L’uomo ha fatto un salto di qualità che altri non hanno fatto fino ad oggi, un salto verso la ragione, verso la coscienza, verso la percezione della sua esistenza. È qualcosa di innegabile e di latente per tutti noi.

Nostalgia del Creatore

Non discuteremo della Genesi. Se è stato dal fango, se è stato il respiro, la Ruah, il soffio di vita, che sono immagini simboliche di una verità incontestabile in un dato momento. Non si sa come o quando, né in che modo, Dio Creatore sia intervenuto. Questo ci fa capire che siamo quello che siamo perché Dio ha voluto così. Siamo quello che siamo perché Dio ci ha creati, quindi siamo un’estensione di Dio, un’effusione di Dio, e per quanto alcuni non lo accettino, abbiamo nostalgia del Creatore.

È nella nostra natura, nella nostra essenza, nella nostra materia. Quando diciamo quindi “Ho nostalgia di Dio”, “Ho fame di Dio e anelo a Lui”, è una questione antropologica, è la natura.

Il salmista esprime il nostro grande desiderio: “ L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente; quando verrò e comparirò in presenza di Dio?” (Sal 42,3). Dopo la creazione, nessuno ha visto il volto di Dio, e il grande desiderio è trovare quel volto.

Ricerca e incontro

La vita è ricerca e incontro. La nostra grande ricerca è quella di Dio, Egli è Colui che la nostra anima ama, come dice San Giovanni della Croce in una delle sue poesie spirituali: “Cercando il mio Amore, il mio Amato, attraverso monti e valli, senza temere mille pericoli. Non raccoglierò fiori sulla strada, perché bisogna seguirlo senza fermarsi. Non ho altro dovere, solo amare. Solitudine popolata, presenza amorevole dell’Amato. Vivere o morire, senza di Lui non voglio esistere”.

Cerchiamo di trovare Dio, ed Egli si lascerà trovare. Dio stesso ci dice, attraverso il profeta

Geremia, “Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore” (Ger 29, 13).

La Madonna Addolorata ci aiuti in questa ricerca e in questo incontro, con la certezza che dopo la croce viene la vittoria.

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