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Emilce Cuda: “Il Papa non è comunista, ma come può non parlare di economia?”

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EMILCE CUDA

@emilce.cuda

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 23/09/22

Perché alcuni settori, anche cattolici, preferirebbero che Papa Francesco non parlasse di economia? Risponde Emilce Cuda, teologa e Segretaria della Pontificia Commissione per l'America Latina, probabilmente la donna che conosce meglio il pensiero sociale e teologico del 266º Successore di Pietro

Il Papa ha invitato giovani cattolici economisti, attivisti e imprenditori di tutto il mondo a lavorare insieme a un “patto” per dare un’anima all’economia di domani. Ci sono però settori e poteri che vorrebbero che il Pontefice latinoamericano non parlasse di un’“economia che uccide”, e ancor meno che promuovesse un movimento giovanile che si è dato appuntamento ad Assisi dal 22 al 24 settembre vedendo coinvolti più di mille ragazzi e ragazze per ripensare l’economia sulle orme di San Francesco e ascoltare il grido della terra e dei poveri.

La Chiesa, con tutte le sue strutture, è obbligata a denunciare il male che affligge l’economia che disumanizza. “Non parlare di economia è ridicolo”, ha commentato ad Aleteia Emilce Cuda, Segretaria della Pontificia Commissione per l’America Latina. La parola “economia” indica una situazione vitale costituita da due concetti precisi della lingua greca: oikos e nomos, rispettivamente “casa” e “ordine”. Secondo la Cuda, quindi, si tratta di “come organizziamo la casa”. 

Emilce Cuda è discepola del teologo Juan Carlos Scannone e del filosofo politico argentino Ernesto Laclau. “Non parlare di economia è impensabile, partendo dal presupposto che qualsiasi coppia che si sposa debba iniziare a vedere come pagherà la luce, il gas e il cibo”, sostiene. “La sopravvivenza di ciascuno di noi, di ogni coppia di fidanzati che si sposeranno, dipende dal fatto che si abbia una pianificazione economica. Senza economia non c’è vita”.

“Il male è penetrato in questa struttura economica”, aggiunge, indicando che “l’economia è positiva, ma quando viene usata per raggiungere un fine del tutto egoista finisce per distruggere il pianeta, e allora sta attentando contro la vita”. Ciò equivale ad “attentare contro l’opera di Dio, che è la creazione”.

Emilce Cuda

“Come si può dire che il Papa non debba parlare di economia?”

La teologa sottolinea che abbiamo “il mandato nell’Antico Testamento di parlare dell’opera di Dio”, ma anche di “curarla e svilupparla”. “Per questo, se c’è un’economia che sta attentando contro l’opera di Dio, a chi può venire in mente che il Santo Padre, che è il Sommo Pontefice, non curi quell’opera di Dio?”

La Cuda indica che la questione è una “deformazione, maligna”, perché “sembra che il male non esista in alcun posto”. Ricorda che “noi recitiamo nel Padre Nostro, ogni giorno, ‘Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male’”, ma quando “arriviamo a dire che il male è penetrato nelle nostre strutture economiche per distruggere la vita ci dicono che siamo pazzi, che siamo medievali”.

In questo senso, afferma, il Papa e non solo, trutte le strutture di governo in Vaticano, i vari dicasteri, la Curia e i teologi del mondo hanno il dovere di denunciare un’economia che uccide.

“C’è gente che si lega a un albero per non farlo tagliare. I popoli nativi si stanno prendendo cura del creato. E allora, come si può dire che il Papa non debba parlare di economia? Credo che le persone non capiscano che quando il Papa parla di economia, o quando lo fa chiunque di noi, ci stiamo prendendo cura dell’opera che Dio ci ha affidato, ovvero il mondo e le persone”, ribadisce la Cuda, che è anche membro della Pontificia Accademia per la Vita (19.05.2022). 

Emilce Cuda

“Il Papa non è comunista”

“Non ci importa se la gente vuole accumulare ricchezze e non lo fa a spese di persone o popoli. Questo non è un male. Il Papa non è un comunista. In Argentina non c’è comunismo. Non pensiamo che lavoratori e datori di lavoro siano nemici. Abbiamo una cultura più nazionale e popolare in cui pensiamo che datori di lavoro e lavoratori dialoghino socialmente, e questo si chiama ‘contratto collettivo di lavoro’”.

Va segnalato che la Pontificia Commissione per l’America Latina è nata nel 1958 per controllare la Teologia della Liberazione, e con Papa Francesco, ha spiegato la Cuda, questa commissione ha la missione di promuovere lo sviluppo umano integrale, in base all’Enciclica Laudato Si’, l’attuale Magistero Pontificio e la via segnata dalla Fratelli Tutti.

EMILCE CUDA

L’esperta afferma che nella biografia del pensiero sociale del Papa e nella storia del suo Paese non si confonde “capitalismo con imprenditore, perché sono cose diverse. Il datore di lavoro è importante perché è colui che si assume i rischi, che genera occupazione, che soffre più dei dipendenti ogni mattina per garantire loro il lavoro”.

“La cultura argentina è una cultura sindacale, quindi una cultura che capisce che il patto sociale, il contratto collettivo di lavoro, ha a che vedere con il rispetto”, e “c’è un riconoscimento di interlocutori validi da un lato e dall’altro”, prosegue la Cuda, che è anche autrice del libro Para leer a Francisco: Teología, ética y política (Ed. Manantial, Buenos Aires, 2016). 

“Il Papa appartiene a quella cultura latinoamericana. Se intendiamo le parole del Papa in termini europei, allora potremmo dire che è comunista, se lo intendiamo in termini degli anni Cinquanta, potremmo dire che sia fascista. In realtà non è né comunista né fascista. Il Papa è cattolico”.

Emilce Cuda

“Il Papa difende molto gli imprenditori”

“Quando il patto si rompe, quando non c’è più lavoro, quando l’imprenditore vende la sua azienda e diventa finanziere, è un’altra cosa. Perché lì non solo non c’è lavoro, ma non c’è dialogo, non c’è niente. Ed è quello che sta accadendo nel nostro continente. Quando pensiamo a un imprenditore non dobbiamo pensare alle grandi multinazionali. L’America Latina è piena di imprenditori, imprenditori che sono importanti per i lavoratori”.

“L’imprenditore è fondamentale in America Latina. È fondamentale perché quando diciamo che il 62% della popolazione mondiale non ha lavoro, ci sono anche i datori di lavoro. Quando pensiamo a un lavoratore pensiamo all’ultimo anello della catena produttiva. L’imprenditore è un lavoratore. Il Papa parla molto bene e difende molto gli imprenditori”. 

La Cuda raccomanda di leggere il discorso del Pontefice a Genova nel 2017, in cui ha affermato che “una malattia dell’economia è la progressiva trasformazione degli imprenditori in speculatori” e ha lodato i “tanti veri imprenditori, imprenditori onesti che amano i loro lavoratori, che amano l’impresa, che lavorano accanto a loro per portare avanti l’impresa”. 

Il 22 settembre 2022, Papa Francesco ha anche ricordato che “negli ultimi quindici anni il mondo è passato attraverso crisi gravi e continue. Non abbiamo potuto terminare di affrontare la crisi finanziaria del 2007 che abbiamo dovuto affrontare quella del debito sovrano e delle economie reali, poi la pandemia, quindi la guerra in Ucraina con conseguenze e minacce globali” (Udienza ai partecipanti all’incontro di Deloitte Global, 22.09.2022). 

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