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La tragedia di Ischia e la reazione della Chiesa (VIDEO)

Auto danneggiate a causa della frana a Ischia

ELIANO IMPERATO | AFP

Lucandrea Massaro - pubblicato il 28/11/22

Si prega e si mobilita la Caritas, ma si chiede anche più prevenzione e responsabilità nella cura del territorio da parte della politica mentre infuria la polemica

Per gli esperti la frana avvenuta sabato mattina a Ischia che è già costata la vita a otto persone (è di stamane l’aggiornamento delle vittime) è – purtroppo – la classica tragedia annunciata.

8 vittime, 200 sfollati

La prima vittima identificata è stata la 31enne Eleonora Sirabella, tra i morti anche un neonato di appena 21 giorni e i genitori del piccolo: un’intera famiglia spazzata via dalla frana. Identificati anche due fratellini di 11 e 6 anni, Francesco e Maria Teresa: si cercano ancora i genitori e un altro fratello. Tra le vittime identificate anche Nikolinca Blagova Gancheva, una donna bulgara di 60 anni che era arrivata a Ischia pochi giorni fa. L’ultimo accertato, è un uomo di cui ancora non si conoscono le generalità. La località di Casamicciola è travolta dal fango.

D’altra parte la situazione è ancora di là dall’essere risolta. Come ricorda la Stampa, ci sono ancora persone bloccate senza luce e acqua, altre disperse oltre naturalmente agli sfollati, persone che probabilmente hanno perso tutto nell’ondata di fango:

Sono in cinque ancora dispersi, le ricerche vanno avanti sapendo che le speranze di trovare qualcuno in vita sono ormai quasi inesistenti. Anche se ieri non ha piovuto. Il fango continua a scendere verso il basso rendendo difficili ancora collegamenti e trasporti. Oltretutto ci sono ancora 4 o 5 famiglie, per un totale di 20 persone tra adulti e bambini, bloccate senza corrente né acqua. Difficilmente si riuscirà a portarle via prima di oggi. Ci sono poi oltre 200 sfollati, la maggior parte ospiti dell’hotel Michelangelo o di altri alberghi dell’isola. Ieri, quelli che hanno potuto, sono tornati nelle case.

(La Stampa)

L’abusivismo è il principale problema

Se naturalmente si guarda alla causa diretta, si dirà che è il maltempo la causa della tragedia che ha colpito l’isola, tuttavia è vero che – come spesso capita in verità – una mano ce l’ha messa l’uomo e la mancanza di rispetto del territorio che occupa. Molte delle case di Ischia sono abusive, diverse centinaia soggette a decreto di abbattimento. Lo ricorda il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, in una intervista a In Terris.

Ad Ischia sono circa 600 le case abusive colpite da ordinanza definitiva di abbattimento ed arriva a 27mila, invece, il numero delle pratiche di condono presentate in occasione delle tre leggi nazionali: di queste risultano negli uffici tecnici di Forio 8.530 istanze, 3.506 a Casamicciola e 1.910 a Lacco Ameno. Secondo i dati forniti proprio da Legambiente, dopo il Decreto Genova del 2018, contenente un condono per la ricostruzione post terremoto di Ischia, il numero di fabbricati danneggiati che hanno fatto richiesta di sanatoria sono ad oggi circa mille

(In Terris)

Ciafani nell’intervista chiama in causa sia il Governo Conte I, per la presunta irresponsabilità nella sanatoria che ha coinvolto anche Ischia all’interno del cosiddetto “Decreto Genova“, sia l’attuale Governo Meloni per gli annunci del Ponte di Messina. Per Legambiente la messa in sicurezza del territorio è la priorità:

L’Italia è uno dei Paesi più delicati dal punto di vista idrogeologico del mondo. Non si può continuare a rincorrere le emergenze senza una strategia di prevenzione e politiche innovative territoriali. Le nostre 3 proposte al governo Meloni, per adattarci alla crisi climatica e promuovere politiche di rigenerazione urbana e governo del territorio, vanno proprio in questa direzione. Invece di perdere tempo annunciando opere faraoniche, si lavori alla messa in sicurezza del territorio’ che passa anche da impegnativi interventi strutturali come le delocalizzazioni di edifici residenziali e produttivi realizzati nel passato in aree a rischio. Nella  speranza che non si debba tornare a parlare, nei prossimi mesi o anni, di ennesima ‘tragedia annunciata’.

(In Terris)

La Chiesa prega e porta conforto

Immediata la risposta della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, con un messaggio del presidente, cardinale Zuppi, e del segretario generale, monsignor Baturi che hanno voluto far sentire la loro vicinanza. “Ci uniamo nella preghiera e nella solidarietà alla comunità di Ischia colpita oggi da una frana che ha causato morte e dolore”, hanno detto telefonicamente al vescovo di Ischia, monsignor Gennaro Pascarella, esprimendo vicinanza alle popolazioni in sofferenza per questa calamità e offrire l’aiuto della Segreteria Generale per le prime necessità. Caritas Italiana è in contatto con il delegato regionale di Caritas Campania e con Caritas Ischia, che è già operativa sul posto, per valutare insieme bisogni e interventi.

Proprio monsignor Pascarella ha detto ad Avvenire:

[…] Appena sarà possibile, anch’io mi recherò sull’isola. Per parte nostra, le parrocchie e la Caritas diocesana stanno cercando di fare il possibile per alleviare i disagi di chi è stato colpito dall’alluvione. In questo momento, noi cristiani siamo chiamati anche a pregare per chi vive un momento difficile. È proprio quello che adesso sto scrivendo ai miei sacerdoti…[…]

E alle istituzioni, locali e nazionali, invece cosa direbbe?

La prima cosa che mi viene in mente in un momento come questo momento è: «Si impari da questa ennesima tragedia perché già da oggi si faccia di più e meglio contro il dissesto idrogeologico, a Ischia e nel resto d’Italia». È chiaro che, a bocce ferme, sarà necessario riaprire un dibattito sul tema e mettere mano a una lettura critica degli eventi. È importante, quando sono in ballo questioni di tale importanza, ascoltare l’opinione degli esperti. Qualche geologo ha parlato di «tragedia annunciata». Ma ripeto: in questo momento, la priorità è esser vicini al popolo ischitano.

La polemica politica

Della questione sollevata da Ciafani di Legambiente, cioè della responsabilità politica del disastro in capo all’articolo 25 del Decreto Genova e alla “sanatoria” in esso contenuta ottenuta col voto in Parlamento di Lega, 5 Stelle e Fratelli d’Italia si è parlato in questi giorni molti anche per via di un caustico tweet di Matteo Renzi «Il disastro di Ischia richiama molti temi che affronteremo nei prossimi giorni, a cominciare dalle scelte del 2018 sul condono e sull’unità di missione».

Tuttavia secondo la ricostruzione de Il Post:

L’articolo, dal titolo “Definizione delle procedure di condono”, prevedeva un percorso accelerato per sanare gli abusi edilizi compiuti sulle case danneggiate o distrutte dal terremoto, di modo da permettere ai proprietari di queste case di ricevere i fondi statali per la ricostruzione. Non inseriva quindi un nuovo condono edilizio, ma prevedeva che chi avesse fatto richiesta di una sanatoria sulla base di tre precedenti condoni edilizi (uno del 1985, uno del 1994 e uno del 2003) potesse accedere ai fondi per la ricostruzione.

Lo stesso Conte nel 2018 aveva già risposto in Parlamento su questo punto.

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