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Dignità del lavoro, giustizia in economia. I giuristi cattolici ne discutono

LAVORATORI STAGIONALI

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 09/12/22

L'Unione Giuristi Cattolici Italiani si riunisce per affrontare un tema caldissimo, quello del diritto al lavoro nel quadro di una economia sostenibile. All'apertura dei lavori, tra gli altri, il Cardinal Zuppi e l'ex premier Gentiloni

Il titolo del Convegno è emblematico Diritto al lavoro. Per un lavoro degno in un’economia sostenibile”. Lo spazio dedicato a questo convegno di studi che si terrà alla Lumsa di Roma, dal 9 all’11 dicembre anche. E’ il tema chiave della politica in Italia e in Europa alla luce della guerra, della crisi economica ed energetica. Un tema caldo. In apertura dei lavori il Presidente Nazionale dell’UGCI, Unione Giuristi Cattolici Italiani, il prof. Damiano Nocilla ha messo in chiaro cosa sperano e dove vogliono portare il dibattito pubblico: «Ugci si augura che la legislazione sul lavoro e la tutela del lavoratore non siano solo uno strumento della promozione della dignità umana ma costituiscano altresì uno strumento di politica economica e di transizione, verso quella ecologia integrale di cui si è fatto promotore Papa Francesco con le due encicliche, Laudato sì e Fratelli Tutti».

Seminario UGCI sul Lavoro
Il Convengo UGCI

Sicurezza del lavoro e sicurezza sul lavoro le preoccupazioni della Cei

«Il giusto salario permette l’accesso adeguato agli altri beni che sono destinati all’uso comune»: ha cominciato così, citando l’esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco, il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Maria Zuppi. Nella sua relazione — intitolata La pastorale del lavoro nel magistero di Papa Francesco — come anche nell’introduzione a braccio il porporato ha insistito molto sul problema del precariato: «Ci sono milioni di italiani in condizione di povertà e quindi la vera soluzione è quella del lavoro, come ripete sempre il Pontefice. L’emergenza è aiutare per dare ciò che serve per vivere, ma poi bisogna dare il lavoro e la dignità di esso, un lavoro non precario».

Zuppi ha però chiesto più sicurezza sul lavoro: «Ci sono ancora troppi morti, c’è carenza di sicurezza. In più pensando ad un piano che deve guardare al futuro, c’è una occasione irripetibile da prendere con grandissima serietà perché è qualcosa che richiede uno sguardo al futuro, e tanta convinzione della decisività di queste settimane». Altro tema che il capo dei vescovi italiani ha toccato è quello della natalità che «non è un tema solo economico, ma più complicato» ma «di sicuro il precariato non favorisce la natalità». Con il precariato «non hai nemmeno voglia di programmare» perché «non puoi fare programmi a lungo termine».

Vicinanza tra chiesa e sindacati sui temi del lavoro

Parole importanti specie se viste nell’ottica del prossimo incontro, il 19 dicembre, tra il Papa e la CGIL. Ci saranno 5 mila delegati guidati dal segretario generale Maurizio Landini, in rappresentanza di tutte le categorie e i territori. L’udienza, che avrà al centro il lavoro precario, era stata richiesta dalla Cgil, fanno sapere dal sindacato.

Proprio in questi giorni, come risposta alla manovra del Governo, CGIL e UIL hanno annunciato che ci sarà uno sciopero generale contro la legge di bilancio. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, risponde così a chi gli chiede, a margine del Convegno dei giuristi cattolici, cosa ne pensa: «Bisogna guardare le risposte, che sappiano interpretare tutte le difficoltà e le preoccupazioni di situazioni come questa». «Che la concertazione e il confronto riguardino il ruolo di ciascuno», ha osservato ancora Zuppi. Il porporato ha chiesto alla politica capacità “dialettica”, e di sapere «guardare oltre l’immediato per un piano di resilienza, con cose solide non opportunistiche». C’è sufficiente attenzione alle politiche del lavoro? «Bisogna vedere il dibattito, – osserva – ma ci deve stare per forza perché è uno dei problemi più evidenti , più emergenti. La crisi energetica lo ha ulteriormente evidenziato, ci sono milioni di italiani in povertà. Il problema non è solo aiutare ma anche dare la dignità del lavoro, che non sia precario e che sia il più possibile per tutti».

PNRR: una occasione storica da cogliere con generosità

«Se portato avanti fino in fondo, il Pnrr – secondo le nostre stime – può portare fino a due punti e mezzo di Pil di crescita aggiuntiva e creare altri 240mila posti di lavoro entro il 2026. Sull’attuazione del Pnrr l’Italia si gioca un pezzo di futuro. Una sfida che il paese può vincere se saprà declinarla in una missione nazionale a cui tutti – il governo, le istituzioni, le parti sociali, la società civile – sono chiamati a contribuire». Così il commissario europeo all’Economia, ed ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nel suo videomessaggio al Convegno nazionale dell’Unione giuristi cattolici italiani presso l’Università Lumsa di Roma. E idealmente gli ha risposto il Cardinale Zuppi «Il Pnrr ha scadenze precise, richiede meccanismi che sappiano unire il necessario rigore con la rapidità». Sottolinea il presidente della Cei, «Bisogna sapersi prendere le responsabilità», ha osservato rivolgendosi alle forze in campo con l’invito a sgomberare il campo dalla “miopia del presente” e fa un paragone con il passato: «Il Pnrr è 10 volte il Piano Marshall, quello sul quale i nostri genitori hanno costruito il nostro benessere». «I nostri genitori hanno piantato alberi che non hanno visto – ha affermato – è quello che dobbiamo fare anche noi, abbandonando la logica opportunistica e la miopia del presente».

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