Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 26 Aprile |
Aleteia logo
Spiritualità
separateurCreated with Sketch.

In che modo Maria e Giuseppe aspettavano la nascita di Gesù?

MOTHER MARY BABY JESUS

Renata Sedmakova | Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 19/12/22

Il miracolo più grande è nascosto in Maria, il segreto più grande è custodito da Giuseppe

Maria è in cammino verso Betlemme. Insieme a Giuseppe. E con Gesù dentro di sé. È Avvento. È attesa. È silenzio. Stacchiamo il cellulare e ci colleghiamo a Dio. Riposiamo nel rumore del mondo. Scollegarsi un po’ fa bene. Rinunciare un po’. Fare più silenzio.

Camminiamo con Maria e Giuseppe. Maria calma Giuseppe quando questi si inquieta. Giuseppe si inginocchia davanti a Maria, davanti a Gesù in Maria. Maria, nell’Avvento, è l’unico luogo al mondo in cui si trova il Dio fatto carne. Che grandezza! Che piccolezza!

La paura, l’incertezza, il senso di fragilità, il poter riposare in Giuseppe. Maria non è sola. Quanto è buono Dio! Lei può parlare con Giuseppe, sognare con lui, pregare con lui guardando le stelle, camminare in punta di piedi nella vita, alzare lo sguardo e le ansie, costruire un mondo di tenerezza.

Lui sa tutto e comprende Maria. Con lui, lei può parlare di tutto. Con Giuseppe, con le sue mani sul suo ventre. In quel momento i tre sono soli.

Il cammino

Immagino l’intimità di Maria con Giuseppe. I dialoghi interminabili nel silenzio del cammino. Immagino l’intimità di Maria con Giuseppe, l’intimità dei tre. Come pregavano insieme? Sicuramente avevano paure, dubbi, insicurezze.

“Come sarà questo bambino? Cosa succederà? Dove nascerà? Cosa dovremo fare? Come potremo educare Dio?” Sentono di non sapere nulla, di essere deboli e ignoranti. Come si educa un Dio che sa tutto, che può tutto?

Giuseppe è tranquillo perché Maria è presente. Confida totalmente in lei. È un tempo di sguardi, di silenzi, di tenerezza. Di abbracci silenziosi. L’angelo va loro incontro. Incontro a Maria, incontro a Giuseppe. Ma poi l’angelo sembra tacere. Non ci sono altri segni. Solo Dio in Maria, solo Maria in Dio.

Quanti cammini in quel primo Avvento! Il cammino di Dio fino a noi, bussando con immenso rispetto alla porta di Maria, alla porta di Giuseppe. Il cammino fino alla casa di Elisabetta, Maria piena di Dio, che porta la gioia di Dio nel suo grembo.

Ci sono quadri che rappresentano Gesù che cammina con Maria verso la casa di Elisabetta. Come poteva lasciarla sola? Il cammino sacro fino a Betlemme. Molti passi, molti giorni, molte notti. Calore e freddo. Oscurità e luci. Vento e paura. Gioia e attesa. Come nella nostra vita, quando camminiamo.

La nostra storia

Ripercorriamo il passato e troviamo cammini anche nella nostra storia, incontri e disincontri, paure e speranze. Come Giuseppe e Maria in Avvento. Cammino e riposo. Molti momenti di quiete, di raccoglimento, di preghiera profonda, interiore, di riposo nel silenzio, uno accanto all’altra, i tre uniti.

Il miracolo più grande è nascosto in Maria, il segreto più grande è custodito da Giuseppe. Dio cresce dentro di lei. Maria Lo custodisce come la cosa più sacra. Lo accarezza. E Lo aspetta quando non Lo aspetta nessuno. In silenzio, il suo corpo e la sua anima si preparano a Lui.

Lei conosce già il Suo nome. Lo chiama per nome. In silenzio, nel suo cuore. Pronuncia il Suo nome. Lo chiama dolcemente. Con immensa tenerezza. Lo ha amato sempre, e ora Egli è con Lei, per sempre.

Maria pensa alle persone che Gesù aiuterà. Ripete il suo “Sì”. A volte con forza, a volte con dolcezza. Come un grido, o nel silenzio. O nel semplice stare in piedi. O nell’inginocchiarsi per sostenere chi non riesce a stare in piedi da solo.

Quel “Sì” di Nazaret, quel “Sì” di Ain Karim, quel “Sì” ripetuto sulla via di Betlemme. Quel “Sì” a Betlemme, nascosta accanto a una mangiatoia. Quel “Sì” in Egitto, piena di sconcerto. E nuovamente quel “Sì” del silenzio di trent’anni.

Quel “Sì” nascosto in una famiglia santa. Quel “Sì” che noi tante volte non pronunciamo. Quel “Sì” che resta strozzato in gola. Quel desiderio di alzare gli occhi, l’anima, l’interiorità. Quel desiderio di arrivare al più profondo della vita.

Oggi possiamo unirci a questa preghiera:

“In questo Avvento, Maria, insegnami a volere, a vegliare, a custodire, a guardare dentro di me senza distrarmi. Perché sono distratto. Aiutami a camminare, come te. Porti Dio senza dire nulla. Mi commuove. Quanto vorrei assomigliarti di più!

Tu porti Dio nella tua pace, nella tua tenerezza, nella tua misericordia, nella luce dei tuoi occhi, nel tuo modo di preoccuparti per i dettagli più umani, di accogliere con il tuo sguardo limpido, di smettere di pensare a te per pensare all’altro.

Il tuo ‘Sì’ a Nazaret… Ah, quanti ‘Sì’ sono usciti dalle tue labbra, dalla tua anima! Ora, tu e Giuseppe non vedete se non l’oggi, ma confidate. Presto ci sarà un altro passo da fare, e Dio segnerà questa parte di percorso con i vostri passi, dandovi luce.

Aiutami ad essere così, a dare il mio ‘Sì’ nei passi che devo fare oggi e a confidare che nei passi di domani Dio sarà con me. ‘Sì’ a oggi. ‘Sì’ a questo passo”.

In questo Avvento, vogliamo imparare di nuovo a camminare. Senza fretta. In silenzio. Un po’ scollegati. Profondamente connessi a Dio. Prima un passo, poi l’altro. Allora il cammino diventerà più leggero. Vedremo oltre. Ci fideremo con più forza. Come i bambini, che sanno che qualcuno li aspetta per illuminare il loro cammino di ogni giorno.

Tags:
natalesan giuseppevergine maria
Top 10
See More