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Tutto quello che dovreste sapere sulle proteste in Iran (e sui cristiani)

IRANIAN

Allison Bailey / NurPhoto / NurPhoto via AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/12/22

Le violenti proteste nella Repubblica Islamica che chiedono il rispetto dei diritti umani hanno un solo precedente: la Rivoluzione del 1979

Cosa sta accadendo in Iran, dove, da tre mesi, sono in corso proteste contro il regime? Le autorità hanno iniziato ad eseguire in pubblico, con impiccagioni, le condanne a morte di manifestanti arrestati e sottoposti a processi sommari, durati meno di un mese. L’obiettivo è bloccare le proteste convincendo i manifestanti a fermarsi, ma per ora questa strategia non sta funzionando, scrive il Post..

Quando è iniziata la protesta?

Le proteste in Iran sono le più estese dalla Rivoluzione del 1979, quella che trasformò l’Iran in una Repubblica Islamica. Erano iniziate tre mesi fa dopo la morte in carcere di Mahsa Amini, una giovane donna arrestata a Teheran perché non indossava in maniera corretta il velo. 

Nel giro di poco tempo si sono trasformate in una più generale rivolta contro il regime, allargandosi ad altre città. Nel corso degli ultimi tre mesi il regime ha arrestato migliaia di persone (circa 14mila secondo le Nazioni Unite) e ne ha uccise diverse centinaia (si stima almeno 450).

Il resto commesso dai manifestanti: “Muharebeh”

“Secondo la Sharia, per coloro che lottano contro Dio e il Profeta e opprimono le altre persone sulla terra non c’è altra punizione oltre che l’impiccagione, il taglio di mani e piedi oppure l’esilio”.

Lo ha affermato il portavoce della Magistratura iraniana, Massoud Setayeshi, scrive l’agenzia Irna, aggiungendo che si basano sulla Sharia – la legge di Dio per l’Islam – tutte le recenti condanne alla pena di morte, per ‘Muharebeh’ (lotta contro Dio), emesse per gli arrestati durante le dimostrazioni anti governative che proseguono da oltre tre mesi in Iran.

Le recenti impiccagioni 

Le dichiarazioni del funzionario arrivano in reazione alla condanna internazionale contro le recenti impiccagioni di Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard, due manifestanti poco più che ventenni condannati a morte per ‘Muharebeh’, sottolinea l’Ansa. 

Ecco cosa sta accandendo in Iran: le immagini

La dura reazione dell’Italia

“Al centro” del nostro “sistema di valori ci sono dignità umana e rispetto della persona, che oggi vediamo invece in tante parti del mondo calpestato. Quanto sta avvenendo in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato”. Così il presidente Sergio Mattarella nel messaggio alla XV Conferenza di Ambasciatrici e Ambasciatori d’Italia, alla Farnesina (RaiNews).

Una delle violenze più brutali: il caso di Masoomeh 

Arrestata, stuprata e infine uccisa. Questo è stato il terribile destino di una ragazza di 14 anni, in Iran, prelevata con la forza dagli uomini della sicurezza della Repubblica islamica perché mentre era a scuola a Teheran si era tolta il velo islamico, l’hijab, per protesta. Lo denunciano a gran voce gli attivisti iraniani sui social, spiegando che la studentessa è morta tre giorni dopo essere stata prelevata dagli agenti. Inoltre, sottolineano gli attivisti, la madre della vittima è scomparsa, probabilmente arrestata per impedirle di denunciare quanto accaduto alla figlia.

Masoomeh, questo il nome della ragazza uccisa, secondo il New York Times sarebbe stata incastrata dalle telecamere interne della scuola che l’hanno ripresa mentre si scopriva il capo. La vittima proveniva da un quartiere povero della capitale iraniana e, come spiega il Center for Human Rights in Iran, in ospedale le sono state riscontrate ”gravi lacerazioni vaginali” (Adnkronos).

“L’Iran è incompatibile con i diritti umani”

Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia, intervenendo sulle proteste in Iran, spiega ad Aleteia: «La Repubblica Islamica dell’Iran è incompatibile con molti diritti umani, incluso il diritto alla libertà religiosa come definito dalle convenzioni delle Nazioni Unite. Qualsiasi attività volta a diffondere il Vangelo in Iran è contro la legge. Le Chiese non registrate, soprattutto quelle evangeliche, sono considerate nemiche dello Stato e subiscono una persecuzione sistematica. 

Cosa subisce la minoranza cristiana in Iran?

I cristiani, prosegue Monteduro, «sono spesso vittime di arresti arbitrari, detenzione e aggressioni da parte della polizia. Molti fedeli sono stati arrestati durante cerimonie religiose e accusati di crimini contro la sicurezza nazionale. Il governo impone limitazioni legali alla costruzione e al restauro delle chiese. Sono vietate le celebrazioni in lingua farsi, l’idioma nazionale, di conseguenza non si possono celebrare Messe in persiano, per cui diventa impossibile comunicare la fede. Per lo stesso motivo non è permesso detenere Bibbie o libri sacri in persiano». 

Il prezzo della conversione

La libertà, l’integrità fisica e perfino la vita dei convertiti dall’Islam al Cristianesimo, denuncia il direttore di Acs Italia, «sono particolarmente a rischio, potendo essere accusati di apostasia, un reato che prevede la pena capitale. Per questo non possiamo ricordarci della violazione dei diritti umani in Iran solo quando le notizie di cronaca rendono evidente la punta dell’iceberg».

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