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Festeggia l’ultima settimana dell’anno in compagnia dei santi del giorno!

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Lucia Graziano - pubblicato il 27/12/22

Anche questa settimana, prosegue la sfida che abbiamo lanciato all’inizio del mese: che ne direste di provare a onorare il santo del giorno con una buona azione ispirata alle gesta per cui è diventato celebre?

Un tempo, la Chiesa lo faceva di continuo. Prendeva la vita del santo del giorno, la raccontava dal pulpito ai fedeli e con l’occasione proponeva loro una piccola sfida che aveva quasi il sapore del gioco: «perché non sforzarci di imitare il santo di oggi, compiendo in prima persona una di quelle azioni che lo hanno reso celebre?».

Nel corso del mese di dicembre, noi di Aleteia ci siamo divertiti a riproporre ai nostri lettori lo stesso gioco: e così abbiamo presentato un elenco quotidiano di buone azioni variamente collegate al santo del giorno. Ma, in quest’ultima settimana dell’anno, la nostra sfida fa l’upgrade: questa volta, vi proponiamo un elenco di buone azioni… storicamente accurate. Vale a dire: vere tradizioni, legate ai santi del periodo natalizio, che realmente venivano poste in essere dai nostri antenati nei secoli passati. Non vi intriga almeno un po’, l’idea di poter vivere (davvero!) «il Natale di una volta?».

26 dicembre, santo Stefano. Festeggia il Boxing Day (quello della tradizione!)

Oggigiorno, molti cristiani guardano con antipatia al termine Boxing Day che, nei Paesi anglofoni, viene utilizzato per indicare il giorno di santo Stefano. In realtà, quello che a noi sembra l’ennesimo tentativo di spazzar via dal calendario le tradizioni cristiane è l’eco di una usanza che, nell’Inghilterra tardomedievale, veniva posta in essere il 26 dicembre proprio per onorare la memoria del protomartire. Le scatole cui fa riferimento il Boxing Day sono le alms boxes, scatoline delle offerte che le chiese esponevano lungo la navata nel periodo di Avvento e durante la Messa di Natale. La particolarità di queste scatole stava nel fatto che l’intera somma lì custodita sarebbe stata destinata agli indigenti (a differenza di quanto accadeva con le generiche elemosine, che potevano anche essere usate per coprire i costi di gestione della parrocchia). Le alms boxes sarebbero state aperte subito dopo Natale, dando il via alla distribuzione: e così, il 26 dicembre divenne il giorno in cui i bisognosi potevano godere della generosità dei loro parrocchiani, in uno squisito gesto di carità natalizia. E questo sì che è un Boxing Day degno di esser ricordato, non trovate?

Onora santo Stefano con un gesto cristiano

La tradizione del Boxing Day sopravvisse ai secoli, mutando leggermente forma: nell’Inghilterra vittoriana, per esempio, le famiglie benestanti sceglievano il 26 dicembre per distribuire ai bisognosi delle piccole scatoline-regalo che erano l’omologo del nostro “cesto di Natale”: un piccolo tesoretto di cibi (spesso, anche molto più buoni del normale) che avrebbe permesso anche alle famiglie meno abbienti di riempirsi lo stomaco con qualcosa di prelibato, nel corso di quelle feste.

E allora, noi vi proponiamo di compiere un gesto analogo appoggiandovi a ciò che viene organizzato ogni anno dalla comunità dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che durante il periodo delle feste apre le sue porte a persone che vivono in condizioni di disagio, per dar loro modo di vivere i giorni di Natale con pasti caldi, piccoli doni e momenti di convivialità. Sostenerli potrebbe davvero essere il modo migliore per far rivivere il Boxing Day della tradizione!

27 dicembre: san Giovanni apostolo. Riscalda la tua famiglia grazie all’amore di san Giovanni!

Il 27 dicembre, la Chiesa fa memoria di san Giovanni apostolo, “il discepolo che Gesù amava”. Il personaggio non ha bisogno di presentazioni, ma forse ci sarà bisogno di spendere qualche parola a presentare la tradizione che stiamo per (ri)proporre: quella dell’amore di san Giovanni, per l’appunto.

Noto in Austria col nome di Johannesminne e in Ungheria con quello di Szent János Aldása, l’Amore di San Giovanni altro non era che una bottiglia di vino rosso che i fedeli portavano in chiesa alla Messa mattutina e che facevano benedire dal sacerdote alla fine della celebrazione. La tradizione nasceva da un aneddoto legato alla biografia del santo: secondo la tradizione, mentre si trovava a Efeso, san Giovanni si vide offrire un calice di vino avvelenato. Presagendo la trappola, tracciò sul bicchiere di vino un segno di croce: ed ecco, da questa fuoruscì tutto il veleno, sottoforma di un sinistro serpente verde. Dio non avrebbe mai fatto mancare la suo protezione al discepolo che l’aveva amato così tanto!

In memoria di questo aneddoto, nacque appunto la tradizione di far benedire una o più bottiglie di vino nel giorno della festa di san Giovanni. Quel liquido prezioso sarebbe stato conservato con cura: lo si offriva agli ospiti di riguardo e lo si faceva sorseggiare ai malati nella speranza che il vino benedetto potesse agevolarne la guarigione. Molto spesso, i parroci tenevano da parte qualche bottiglia per regalarla alle coppie che si sarebbero sposate nel corso dell’anno entrante: un auspicio per il loro matrimonio, affinché il loro amore non venisse mai a mancare.

Onora san Giovanni con un gesto cristiano

Beh: certamente nulla vieta di chiedere al proprio parroco una benedizione speciale, magari spiegandogli la tradizione che sta dietro a questa richiesta. Ancor oggi il benedizionale prevede la possibilità di benedire gli alimenti!

Ma anche in assenza di una vera benedizione, certo non farà male riscoprire la preghiera a san Giovanni che, tradizionalmente, veniva recitata quando la famiglia decideva di offrire un sorso del vino benedetto agli ospiti che aveva a cena:

«La benedizione di San Giovanni sia su di noi,

Dio benedica il nostro ospite!

Che l’orzo e il frumento non abbiano mai a scarseggiare,

Dio benedica il nostro ospite e gli dia la gioia!

Che il suo ventre, il suo petto e i suoi denti bianchi non gli facciano mai male:

Dio lo benedica il nostro ospite, gli dia la salute e la gioia!»

28 dicembre, santi innocenti. Rifletti, medita, prega

Talvolta, i fatterelli di folklore sono più eloquenti di mille parole. E dunque, per capire la serietà con cui un tempo i nostri antenati guardavano alla festa dei santi innocenti, basterà sottolineare che, per lungo tempo, in molte zone d’Europa il 28 dicembre fu considerato il giorno sfortunato per eccellenza (l’omologo del nostro venerdì 13, per capirci). Naturalmente, si trattava di una superstizione, che è però a suo modo eloquente: nell’immaginario popolare, era come se l’atrocità del massacro compiuto da Erode avesse suscitato “nei secoli dei secoli” il giusto sdegno di Dio, che ogni anno, nell’anniversario della strage, faceva piovere sul mondo la sua collera.

E così, nei secoli passati, il 28 dicembre era un giorno di pausa dolorosa che interrompeva bruscamente il clima ridanciano e festaiolo degli ultimi giorni dell’anno. Per ventiquattr’ore, i cibi della festa venivano messi da parte e le canzoni di Natale smettevano d’essere intonate: molti trascorrevano quella giornata in preghiera, in un clima di penitenza, facendo memoria di quella strage.

Onora i santi innocenti con un gesto cristiano

E se anche voi doveste sentire il desiderio di dedicare alla preghiera la giornata del 28 dicembre, ve ne segnaliamo una che pare perfetta per l’occasione: sapevate che è possibile adottare spiritualmente un bambino che rischia di essere abortito, chiedendo a Dio di restare vicino ai suoi genitori e di dar loro la forza per desistere dal proposito e portare avanti la gravidanza?

Impegnarsi in questa preghiera non è una scelta da prendere a cuor leggero (le adozioni spirituali sono una cosa seria!), ma potrebbe certamente essere un buon proposito per l’anno nuovo. Ne parlavamo più diffusamente in questo articolo, a cui rimandiamo per ogni informazione.

29 dicembre, san Thomas Becket. Canta in suo onore!

Celebre è la storia di san Thomas Becket: arcivescovo di Canterbury e lord cancelliere d’Inghilterra, non ebbe paura di opporsi al suo re quando il monarca cominciò ad adottare politiche che l’uomo riteneva fortemente dannose. Pagò con la vita il prezzo della sua protesta: fu brutalmente ucciso nella cattedrale di Canterbury nel 1170, a pochi giorni dal Natale, mentre si stava preparando a cantare i vespri della sera.

Onora san Thomas Becket con un gesto cristiano

Diciamo pure che gli Inglesi non mostrarono troppa fantasia, quando si trattò di scegliere una tradizione cui fare memoria del loro vescovo martire. Sfruttarono il clima natalizio per affermare la consuetudine di cantare canzoni a tema sacro, di porta in porta, ogni 29 dicembre: si suol dire che “chi canta prega due volte”, e gli Inglesi lo facevano senz’altro, onorando in un colpo solo il periodo di festa e la memoria del santo. Beh: imitarli costa poco!

30 dicembre, sant’Egwin di Worchester. Aiuta le famiglie in difficoltà!

Normalmente, la festa della Sacra Famiglia cade nella domenica tra Natale e Capodanno; ma negli anni in cui questa domenica non esiste, perché il Natale stesso è stato festeggiato in quel giorno della settimana, la festa della Sacra Famiglia viene convenzionalmente spostata al 30 dicembre. In tal senso, è davvero una felice coincidenza il fatto che, quest’anno, la festa coincida con il giorno in cui il martirologio fa memoria di Egwin di Worcester, vissuto sul finire del VII secolo. Fra i molti meriti che gli valsero l’aureola, uno dei principali fu quello di aver fondato numerose strutture destinate all’accoglienza degli orfani e delle vedove; come se non bastasse, il vescovo spese molte parole per predicare circa il valore sacro del matrimonio. E allora sarà davvero bello tenere assieme l’una e l’altra memoria, nel giorno in cui la Chiesa ci invita a meditare sulla Sacra Famiglia di Gesù!

Onora la Sacra Famiglia (e pure sant’Egwin) con un gesto cristiano

Suggeriamone due, per par condicio, partendo innanzi tutto da un’opera di carità che sarà perfetta per onorare la memoria di sant’Egwin. Al santo che si distinse per la fondazione di collegi e orfanotrofi certo farebbe piacere sapere che, in suo onore, qualcuno ha deciso di sostenere economicamente istituti simili al suo. Oggigiorno lo si può fare con un semplice click, procedendo ad adozioni a distanza che possono realmente cambiare la vita di chi ne è il beneficiario: tra le mille possibili opzioni, noi segnaliamo quella del Centro Missionario Francescano, che ci pare particolarmente attraente per le cifre piuttosto basse che propone (a partire da 15 euro al mese). Per molti di noi sono un’inezia; per altri, possono fare la differenza tra la vita e la morte!

Ma non si può far trascorrere la giornata dedicata alla Sacra Famiglia senza rispolverare una delle tradizioni più belle legate alla festa: quella di riunirsi in famiglia (giustappunto) e pregare tutti assieme, per chiedere a Dio la sua benedizione.

Qui riportiamo il testo di una benedizione perfetta per questa occasione; non fatevela scappare!

31 dicembre, san Silvestro. Inizia col piede giusto l’anno nuovo!

San Silvestro fu vescovo di Roma in un periodo a dir poco interessante: fu eletto papa nel 314, divenendo il primo pontefice a poter guidare una comunità cristiana che non aveva più da temere le persecuzioni; inoltre, assistette alla convocazione del concilio di Nicea, che tanto fu determinante per lo sviluppo della dottrina cristiana. Sembra quasi poetico che un papa vissuto in un’epoca di così grande cambiamento venga ricordato proprio nel giorno in cui tutti noi ci auguriamo il proverbiale «buona fine e buon inizio».

Onora san Silvestro con un gesto cristiano

Molte tradizioni popolari si svilupparono, nei secoli, attorno alla notte di san Silvestro. In Austria e Germania, le famiglie si dedicavano scherzosamente a giochini che avrebbero dovuto dar loro pronostici per l’anno entrante: piccole divinazioni casalinghe, se vogliamo, fatte col sorriso sulle labbra, che in teoria avrebbero dovuto funzionare “perché san Silvestro ci farà la grazia di farci intravvedere qualcosa del nostro futuro”.

Chiaramente, non siamo qui per dare l’endorsement a superstizioni varie (comunque nate in contesto popolare e portate avanti col sorriso, beninteso). Ma ci piace segnalare una pratica che era un tempo diffusa in Germania: nella notte di San Silvestro, i presenti tenevano una Bibbia a portata di mano, la aprivano nel momento in cui scocca la mezzanotte dopo aver rivolto una preghiera devota al santo, e puntavano il dito su un versetto a caso. Si diceva, sorridendo, che quelle parole fossero gli insegnamenti che san Silvestro intendeva a mandare a ognuno dei presenti: i suoi moniti da tenere a mente per vivere al meglio l’anno entrante.

Sia chiaro, è solo un gioco, uno spunto, e va considerato come tale: anche le pie pratiche, se mal interpretate, possono sfociare in superstizione. Ma dovendo pensare a un passatempo con cui iniziare il nuovo anno col piede giusto, questo mi sembra di gran lunga uno dei migliori: voi non trovate?

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