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Questa frase della madre di san Luigi di Francia ci ricorda il dovere di ogni genitore

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Anna Ashkova - pubblicato il 25/08/20

"Figlio mio, preferirei vederti morto che colpevole di un solo peccato mortale". La festa di San Luigi di Francia, in questo 25 agosto, ci ricorda le parole pronunciate da Bianca di Castiglia, che ci possono sembrare di un’altra epoca. E se invece ci ricordassero il dovere supremo di ogni genitore?

“Figlio mio, preferirei vederti morto che colpevole di un solo peccato mortale”, disse un giorno Bianca di Castiglia a suo figlio Luigi, futuro re di Francia e grande santo. Parola ammirevole per chi vi percepisce il grido di una profonda fede cristiana, per la quale la vita dell’anima e la salvezza eterna hanno priorità su ogni altra considerazione. Ma è parola spaventosa e priva di sensibilità per coloro che vedono in essa un certo disprezzo per il dono di Dio che è la vita, e che pensano che, con l’aiuto della misericordia divina, il peccato può essere redento e l’anima rinascere alla grazia, mentre la vita corporea, una volta persa, rimane tale.

Quali genitori, in verità, oserebbero scegliere così tra la morte dell’anima del loro figlio e quella del suo corpo se fosse loro posta la domanda? Non si tratta in realtà di fare una scelta, ma di prendere consapevolezza di un dovere.

Che le anime dei nostri figli non siano mai trascurate

Quante attenzioni e cure legittime (a volte di denaro) consacriamo per mantenere in salute i nostri figli, affinché possano ritrovarla in breve tempo? Qualunque sacrificio per questo vale la pena, ma per la salute dell’anima, quali sforzi compiamo quando sappiamo di essere responsabili davanti a Dio per l’anima dei figli che ci ha affidato? Sappiamo evitare delle conversazioni e rinunciare a dei film che possono turbare delle giovani anime? Sappiamo mettere il loro bene morale prima del nostro piacere personale e del nostro interesse, così come facciamo passare prima la loro salute fisica prima della nostra?

Non trascuriamo, infine, di vegliare sulla loro evoluzione spirituale con rispetto e sollecitudine, per rilevare un disturbo nascente, per confortare la loro fragilità, per liberarli da un dubbio che li tormenta, mentre vegliamo sullo sviluppo armonioso del loro corpo. Senza necessariamente copiare l’eroismo di Bianca di Castiglia, prendiamo ispirazione dal suo esempio e stabiliamo un equilibrio: che l’anima dei nostri figli non sia mai trascurata e relegata all’ultimo posto nel nostro lavoro educativo.

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