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Scagionato l’insegnante francese punito per aver fatto studiare la Bibbia ai suoi alunni

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U.S. Air Force photo by Airman 1st Class Brittany A. Chase/Released

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 14/10/19

"Attentato alla laicità": questa l'accusa che nel 2017 aveva causato a Matthieu Faucher la sospensione dalla scuola e una multa. Una vicenda assurda

E’ stato riabilitato l’insegnante francese che nel 2017 era stato multato e trasferito dalla sua scuola, per aver fatto studiare ai suoi alunni la Bibbia e per aver proiettato in classe “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini.

Matthieu Faucher, 37 anni, appassionato di lettere antiche, era stato accusato di proselitismo, sospeso per quattro mesi dalla scuola pubblica di Malicornay, un piccolo paesino nel dipartimento dell’Indre, Francia Centrale, e trasferito per grave cattiva condotta dal rettorato della Orleans-Tours Academy.

Il tribunale amministrativo di Limoges (Haute-Vienne) ha revocato la sanzione, poiché «sproporzionata rispetto alla gravità di questa presunta colpa», recita il giudizio, emesso lo scorso Luglio. Tuttavia, i giudizi precisano che quel tipo di insegnamento non era sbagliato, ma comunque non adatto a studenti di questa età (La Croix, 25 luglio 2019).

LEKCJA RELIGII
PAP/EPA

Il Comitato

Questa vicenda che risolleva la delicata questione dell’insegnamento religioso nelle scuole d’Oltralpe ha inizio il 31 gennaio 2017, quando Faucher riceve la visita di un ispettore dell’Educazione nazionale.

Il giorno prima, alla prefettura locale era stata recapitata una lettera anonima, firmata da un misterioso “comitato di genitori degli alunni“, che denunciava il maestro per aver trasgredito i principi della scuola “républicaine”.




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I libri “illegali”

Nel dettaglio l’insegnante aveva fatto studiare ai suoi allievi nel CM1-CM2 (quarta e quinta elementare) sei pagine del libro dell’Esodo, oltre a diversi passaggi di un libro chiamato “Cristianesimo con testi“, testi che l’ispettore ha trovato “inaccessibili letteralmente» e «moralisti». Inoltre aveva proiettato un film sulla vita di Mosè, nonché Il Vangelo di San Matteo.

La difesa

Come prima misura, Faucher è “sospeso” dall’insegnamento per quattro mesi. Nel frattempo, però, altri genitori di alunni di Malicornay, una sessantina per la precisione, scendono in piazza prendendo le sue difese e descrivendolo come un maestro appassionato, che fa fare teatro ai bambini, organizza gite e che oltre alla Bibbia fa studiare Harry Potter e Sherlock Holmes.




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La sentenza

L’inchiesta va avanti, la sua vita professionale e i suoi metodi pedagogici vengono minuziosamente analizzati, ed è vagliata ogni accusa della lettera anonima. Come quella di aver organizzato dei cori nella chiesa del villaggio. «Ma sono io stesso che gli ho dato le chiavi perché avesse uno spazio più ampio per le attività extra-scolastiche», dice il sindaco, Jean-Paul Ballereau. «E lo sa che cosa cantava con gli alunni? Soprattutto canzoni di Jacques Brel».

Gli ispettori scoprono anche che il maestro incriminato si è sposato in comune e che è padre di tre bambini non battezzati. Poco importa: il 29 maggio, la commissione disciplinare che esamina il caso emette il suo verdetto.

Faucher è trasferito nella scuola di un altro villaggio, dove l’anno prossimo lavorerà come supplente, perché «i testi di studio sottoposti a dei bambini di 9-10 anni sono inadeguati».




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Gli intellettuali

Diversi intellettuali, tra i quali Régis Debray, si schierano dalla sua parte nella speranza di ottenere la riapertura del caso. Secondo lo storico René Nouailhat, «quest’inedito episodio negli annali dell’Educazione nazionale illustra bene le tensioni tra la nozione di laicità e l’insegnamento dei fatti religiosi in Francia» (La Repubblica, 2017)

Il reintegro “incompleto”

Passano due anni e il tribunale di Limoges rovescia il verdetto. L’insegnante Faucher è “innocente”.

Nonostante sia stato scagionato dall’infamante accusa di attentato alla laicità, Faucher non è stato ancora reintegrato al suo posto. Per ora insegna a Deols, un altro paesino della Francia Centrale.

Il rettorato, che non gli ha ancora fatto sapere nulla. Contattato da LeFigaro, l’entourage del rettore si è limitato a rispondere: «Non parliamo con la stampa, prenderemo una decisione prossimamente» (Tempi, 13 settembre).




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