Da Gaza all'Iraq quante difficoltà! E in Nigeria esplode il caso di Leah, che passerà il secondo Natale con i suoi sequestratori.
Altro che festeggiamenti sereni. Nel 2019, 4.035 cristiani sono stati uccisi per la fede: un annus horribilis di persecuzione e violenza. Per cui ci sono molti luoghi nel mondo dove il Natale non sarà di festa. A partire dalla Palestina.
In vista delle festività natalizie l’assemblea dei vescovi ordinari cattolici di Terra Santa chiede alle autorità israeliane di consentire ai cristiani di Gaza di andare a Betlemme per celebrare la nascita di Cristo (Tv 2000, 19 dicembre).
Il bluff delle autorità israeliane
«Siamo stati alle prese la settimana scorsa con indiscrezioni riguardo il fatto se Israele – ha sottolineato l’Assemblea – avrebbe permesso ai cristiani di Gaza di arrivare a Betlemme e Gerusalemme per celebrare Natale.
Mentre riscontri positivi al riguardo erano stati fatti, sempre la settimana scorsa, da autorità israeliane secondo cui erano in corso controlli di sicurezza per oltre 900 richieste da parte di Gaza di visitare Betlemme, fino ad ora (a meno di una settimana da Natale) nessun permesso è stato concesso» (Ansamed, 19 dicembre).
Niente messa di mezzanotte
Natale a Baghdad, cancellata la messa di mezzanotte. Il provvedimento interesserà tutte le chiese della capitale di un paese senza premier e insanguinato dalle proteste represse dalla polizia e da gruppi che attaccano i dimostranti in piazza: 450 morti e 20 mila feriti è il bilancio di un’escalation di violenze culminate, a fine novembre, nel doppio assalto al consolato iraniano a Najaf.
«In questo contesto un attacco sarebbe un disastro», ha spiegato il cardinale Louis Raphael Sako, patriarca della chiesa caldea ad AsiaNews, riferendosi alle violenze perpetrate da gruppi infiltrati nelle manifestazioni anti-governative che dal 1 ottobre stanno agitando l’Iraq, e delle milizie che continuano ad attaccare, sequestrare e uccidere giornalisti e attivisti. Preti e parroci della capitale sono tutti «d’accordo sulla cancellazione. Abbiamo sentito anche diversi fedeli e il sentimento è comune e condiviso».
Baghdad ha paura e i religiosi temono che «i fedeli che vanno in chiesa, soprattutto di sera, possano diventare un obiettivo da colpire». Da qui la scelta di celebrare messa solo di giorno, in piena luce: «Vogliamo prima di tutto garantire e tutelare la sicurezza delle persone».
Le novità dalla Piana di Ninive
Un paese in cui la comunità cristiana continua a combattere per riconquistare ciò che è andato perduto. Dopo essersi letteralmente aggrappati alla ricostruzione della chiesa San Behnam e Sarah per «incoraggiarsi a rimanere in questa terra», i cristiani della Piana di Niniveattendono ora la riedificazione della Grande Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Qaraqosh, guidata dall’indomito padre Georges Jahola (Tempi,it, 19 dicembre).