«Quando continuiamo a viaggiare nell’oscurità, una luce fioca fluttua sul nostro cammino. Attraversiamo paesi a me familiari fino alle regioni molto distanti. Qualche volta il nostro viaggio si svolge sulla strada, qualche volta attraverso deserti, montagne, fiumi e mari. Io viaggio sempre a piedi, e spesso devo oltrepassare aspre montagne. Le mie ginocchia mi dolgono per la fatica e i miei piedi nudi bruciano. La mia guida è qualche volta davanti a me, qualche volta al mio fianco. Non vedo mai muovere i suoi piedi. Egli è silenzioso, fa pochi movimenti, ma a volte accompagna le sue brevi risposte con un gesto della mano o un’inclinazione della testa. Come è luminoso e trasparente! Egli è serio, solenne, ma molto gentile. I suoi capelli sono lisci, fluenti e brillanti».
La testa, ricorda la mistica, «è scoperta e il suo vestito lungo e di un bianco impressionante, come quello di un sacerdote. Io mi rivolgo a lui liberamente, ma non posso mai guardarlo completamente in faccia. Mi chino davanti a lui. Egli mi dà ogni sorta di segni. Non gli faccio mai molte domande; la soddisfazione che mi dà l’essere vicino a lui mi trattiene».
«Egli è sempre molto breve nelle sue parole. Lo vedo anche nei miei momenti di veglia. Quando prego per gli altri ed egli non è vicino lo chiamo per andare dall’angelo di coloro per cui sto pregando».
«Quando arrivo presso ampie distese d’acqua e non so come attraversare – conclude – mi trovo all’improvviso all’altra sponda e mi guardo indietro con meraviglia. Spesso sorvoliamo le città. Io lasciai tardi la chiesa dei gesuiti a Coesfeld una sera d’inverno con una forte tempesta di neve e pioggia per ritornare a casa sui campi di Flamske. Ero terrorizzata e iniziai a gridare a Dio. Improvvisamente vidi una luce come una fiamma di fronte a me. Prese la forma della mia guida nelle sue vesti. La terra sotto i miei piedi divenne secca, si schiarì il cielo, non mi cadeva addosso né pioggia né neve e arrivai a casa nemmeno bagnata».