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Le torture, il cancro, le preghiere: ecco chi è John, reso “famoso” dal Papa

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Giorgio Orsini | Famiglia Cristiana | Facebook

John, al centro, prima di partire per il suo ultimo viaggio in Ghana. Per affrontarlo ha dovuto farsi iniettare dosi massicce di morfina.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/02/22

Il suo paese "adottivo" ha regalato al giovane migrante ghanese, che purtroppo convive con un tumore al fegato terminale, un ultimo desiderio: tornate a casa in Africa per riabbracciare il papà

Una vita dura, culminata con un cancro che non gli lascerò scampo: Papa Francesco ha raccontato, qualche giorno fa, la bellissima storia di solidarietà nata intorno a un giovanissimo migrante del Ghana, John Badri.  Si tratta di un migrante di 25 anni, che aveva trovato una nuova vita e un lavoro in una cantina di Vignale Monferrato, in provincia di Asti. 

L’ultimo desiderio

Un terribile male al fegato lo ha colpito e lui chiedeva solo di riabbracciare suo papà prima di morire. Nella sua terra, tra le braccia delle persone che non vedeva più da anni. Vignale, allora, si è stretto intorno a questa fragile vita, per aiutarla a realizzare l’ultimo desiderio. 

I segni delle torture

Famiglia Cristiana (6 febbraio) è andata nel paese di John perché per alcuni questo ragazzo è una sorta di “santo della porta accanto”. 

«John Badri è arrivato qui dal Ghana passando dalla Libia. Lì è rimasto due anni, subendo torture di cui porta ancora i segni sul corpo», spiega Gabriella Roato, titolare della cantina dove lavorava il giovane ghanese. «Nella sua lunga peregrinazione poi è arrivato qui. Una storia purtroppo come tante. Qui ha vissuto con un suo connazionale, un nostro dipendente, in un appartamento della parrocchia». 

torture migranti
Migranti torturati in Libia, mostrati in un video diffuso dalla Cnn. Anche John si è trovato in questa assurda situazione.

La scoperta del cancro

A un certo punto, il giovane migrante citato da Papa Francesco, ha cominciato a stare molto male, «e quando purtroppo è stato scoperto il tumore al fegato che l’aveva colpito con violenza, era già al quarto stadio della malattia. Dal punto di vista medico e chirurgico non c’era già più nulla da fare».

La profonda fede di John

John è cattolico, frequentava la parrocchia e tutti lo conoscevano. Di giorno girava in bicicletta per il paese, la gente lo aveva accolto con simpatia. «Quando ha cominciato a stare più male, veniva in chiesa a pregare. Ma soprattutto si faceva accompagnare da me nella preghiera nei mesi in cui l’ospedale di Casale Monferrato lo aveva ricoverato nell’hospice per le malattie terminali», spiega Gian Mario Cotti, rappresentante di parrocchia e Comune, con il luccichio negli occhi.

Il “regalo”

Don Andrea Tancini, parroco di Vignale, racconta le “confessioni” che gli ha fatto Gabriella. «Lei è quella che ha fatto di più per John, da quando si è ammalato. Ma è modesta… », dice lui. «Fu lei a chiedere lo scorso dicembre al ragazzo cosa volesse come regalo di Natale. E lui: “vorrei tornare a casa da mia padre”. Ormai capiva che le sue speranze si stavano riducendo a un lumicino. Era una guerra contro il tempo: con i giorni contati tutti si sono messi in moto per aiutare John a tornare nella sua casa in Ghana». E John ora è nella sua terra grazie a una grande colletta che hanno fatto in paese.

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