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Come funziona Corbevax, il nuovo vaccino anti Covid di “Papa Francesco”

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@DIRISLimaNorte

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/02/22

Maria Elena Bottazzi (che lo ha inventato) lo spiega alla rivista "Credere". Questo vaccino costa dieci volte in meno di Pfizer e Moderna. Ed è quello "invocato" più volte dal Papa

Con la sua équipe e in collaborazione con un’azienda indiana, Maria Elena Bottazzi Rovida, 56 anni, ha inventato il Corbevax: un vaccino senza brevetto che costa circa dieci volte meno rispetto alla media di quelli in commercio. È una ricercatrice honduregna di origini italiane presso il Texas Children’s Hospital e il Baylor College of Medicine di Houston. Per tale iniziativa rivoluzionaria è stata candidata al Premio Nobel per la pace. 

La distribuzione “equa”

La Bottazzi si professa cattolica e sposa con convinzione i vibranti appelli di Papa Francesco per una distribuzione equa dei vaccini contro il Covid 19 in tutto il mondo. Raggiunta negli Usa, si è raccontata a Gerolamo Fazzini, per “Credere” in un’intervista esclusiva. Il settimanale del Gruppo Editoriale San Paolo le ha dedicato la copertina del numero in uscita a partire da giovedì 24 febbraio 2022. 

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Vaccini “trascurati”

Bottazzi lavora in un centro in Texas che da oltre vent’anni sviluppa vaccini relativi alle malattie tropicali “trascurate”, considerate poco interessanti perché non danno profitti. Ecco come la ricercatrice spiega la scelta di produrre il vaccino Corbevax. 

«Cerchiamo di mettere in moto processi di produzione dei farmaci che siano replicabili ovunque. Non brevettiamo le nostre scoperte e realizziamo pubblicazioni scientifiche aperte, in modo tale che non solo gli scienziati, ma anche gli stessi produttori possano conoscere i nostri programmi».

Brevetti “nascosti”

«Siamo in un’emergenza – incalza Bottazzi – c’è bisogno di miliardi di dosi di vaccino se vogliamo garantire la salute in tutti i Paesi. Le nuove tecnologie funzionano benissimo, tant’è che in meno di un anno abbiamo avuto i primi vaccini delle varie multinazionali. Ma il problema è che non esiste un ecosistema globale di produzione. Tant’è che se anche, per ipotesi, oggi venissero eliminati oggi stesso i brevetti dei vaccini di Pfizer, Moderna o altri, bisognerebbe comunque costruire nuovi impianti di produzione e servirebbe formare il personale ad hoc, in quanto siamo in presenza di tecnologie intellettualmente protette. In futuro questa potrà essere una buona soluzione, ma ora ci troviamo in un’emergenza».

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Fermentazione proteica

Dal punto di vista tecnico, spiega Bottazzi, il «Corbevax si basa sul processo della fermentazione proteica (lo stesso utilizzato per il vaccino contro l’epatite B o la pertosse). Il grande vantaggio è che le autorità di regolamentazione sono perfettamente a conoscenza dei processi di produzione che si usano in questi casi e hanno già esperienza clinica». Il nuovo vaccino ha già superato tre fasi di test clinici incluse due di “fase 3” che hanno coinvolto più di 3000 persone è ha dimostrato un’efficacia del 90% contro il ceppo originale di Wuhan e dell’80% contro le varianti Delta e Beta, mentre si stanno valutando i risultati contro la variante Omicron. 

L’intesa tra Bottazzi e Papa Francesco 

Sulla scia di Papa Francesco («Lo sento molto vicino. Bergoglio viene dalla mia stessa parte del mondo e ci capisce»), Bottazzi fa appello ai governanti e all’opinione pubblica perché anche in tema di salute si pensi al bene comune e non agli interessi dei singoli Paesi: «Il guaio è che cerchiamo sempre di risolvere i problemi in maniera individuale e così i poveri vengono trascurati. I nostri leader politici spesso agiscono in chiave nazionalista. Per lo stesso criterio sono stati dati enormi incentivi alle multinazionali, perché in tal modo i Paesi occidentali arrivassero per primi a usufruire dei vaccini».

Nessuno scontro tra fede e scienza

Nell’intervista a *Credere*, oltre alla questione della relazione fra salute e mercato, la studiosa racconta anche delle sue radici cattoliche e tocca il tema del rapporto scienza-fede, spiegando di «non aver mai sperimentato uno scontro tra fede e scienza, quanto piuttosto la possibilità di un equilibrio tra le due. La fede genera ottimismo, apre la porta a soluzioni che magari non si vedono e questo è molto prezioso, anche in campo scientifico».

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