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Abusi sui minori e pedofilia: un dramma troppo sottovalutato

ABUSE

Shutterstock | Bricolage

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 04/05/22

Il 5 maggio si celebra la Giornata Nazionale contro la pedofilia, istituita con legge 4 maggio 2009

«La battaglia contro la pedofilia deve essere rovente, infuocata, potente e pregna di un arguto coraggio ed è per questo che, la presenza dell’Associazione Meter, è stata tanto importante quanto necessaria. Vi ringrazio per aver dato una possibilità di riscatto a me e a tutte le altre vittime, per averci ascoltate e comprese, per aver avuto quella giusta dose di empatia ad oggi estranea a molti. Le rivoluzioni non si fanno in silenzio, ma insieme e con le voci all’unisono»

(Gloria, 18 anni, vittima di abuso all’età di 12 anni) 

Non sarà mai esauriente l’analisi della gravità degli abusi sui minori e la inquietante analisi della normalizzazione della pedofilia e la pedopornografia, definiti un crimine sociale a livello globale e  un ‘crimine contro l’umanità’.

Impressionano i numeri di una tragedia immane, di un crimine sociale qual è la pedofilia. 

Un tragico e doloroso fenomeno non quantificabile, dove i minori coinvolti, se sopravvivono, saranno sempre segnati dalle ferite aperte e da conseguenze ‘sanguinanti’, emorragiche personali e collaterali. 

Non è tollerabile il negazionismo che ruota attorno agli abusi sui minori. I numeri  rappresentano, nella loro reale crudezza e drammaticità,  ‘reali bambini’ abusati, vessati, violati, trafficati, neanche i  neonati vengono risparmiati. Una crudeltà indicibile che dovrebbe far sollevare le coscienze, spesso sopite e narcotizzate dal male. 

Una domanda è più che doverosa, lecita: a chi giova non fare conoscere questo dramma della disumana e inumana crudeltà contro i piccoli, i deboli e i vulnerabili?

Quali e quante campagne contro gli abusi sui minori, sistematicamente vengono realizzate? Sparute e inconcludenti.

Le Giornate (da pochi giorni si è conclusa la Giornata Bambini Vittime) e le frammentate iniziative annuali, spesso rivolte solo agli addetti al problema, si devono programmare a lungo termine con azioni permanenti e concordanti senza frantumazione e burocratizzazione.

I numeri sono drammatici, spietati. Non smentibili

Al di là dell’enorme mole di materiale pedopornografico che denunciamo ogni anno e riportiamo nel nostro Report Meter annuale, un dato contenuto in un rapporto dell’Oms del 2013, che stima in 18/19 milioni i bambini che soffrono di abusi sessuali in Europa. E oltre a quelli prettamente sessuali, ci sono milioni di casi di abusi di altro tipo, violenze psichiche e fisiche in generale. Molti non vogliono affrontare questa realtà.

Il bilancio non è positivo

Da 1 milione di segnalazioni di materiale pedopornografico nel 2010 si è passati a quasi 17 milioni nel 2019. Un terrificante aumento. Il bilancio non positivo (Polizia Postale), lo dimostrano i 3200 casi di pedopornografia del 2020, a fronte dei 1400 del 2019. Le vittime sono bambini sempre più piccoli, al di sotto dei 10 anni; dichiarazioni preoccupanti emersi in un Convegno internazionale (Roma, 2020).

La situazione in Italia, dall’analisi criminale dei reati a sfondo sessuale con vittime minorenni elaborato della Direzione centrale della Polizia criminale offre, dall’analisi dei dati non certo confortanti, un giusto approccio per elaborare spunti per la prevenzione e il contrasto: 

La particolare tipologia di delitti che andiamo ad analizzare nel seguente report, ci pone di fronte ad un importante interrogativo: è più urgente assicurare alla giustizia l’autore del reato o sottrarre il minore alla rete di molestie e di abusi? Certamente la tutela ed il recupero psicologico di un bambino o di un ragazzo sono sempre prioritari”.

L’appello. Ogni denuncia deve essere presa sul serio e deve avere un seguito investigativo

Negli ultimi 18 anni Meter ha sventato intere reti di pedofili, presentato ufficialmente  65mila denunce e segnalato circa 150 milioni di video e immagini pedopornografiche. 

Se tutte le 65.000 denunce (li chiamiamo protocolli) inviate alle polizie di mezzo mondo e, in molti casi, ai server provider (che faticano a collaborare) avessero avuto seguito, riteniamo che il fenomeno avrebbe subito un forte deterrente e si sarebbero salvati tanti bambini da questa nuova forma di schiavitù. La prassi è oscurare i siti, il materiale pedopornografico, ma non è sufficiente. Bisogna individuare gli autori di questi reati: chi abusa, chi produce, chi traffica, chi recluta, chi vende e schiavizza i bambini.

Salvare i bambini da queste nuove forme di schiavitù è azione prioritaria. Quali interventi

Per superare l’inquietante scenario dei minori vittime di reati sessuali sono diversi gli interventi preventivi che potrebbero favorire e aumentare l’attenzione sul problema.

La necessità di investire nella formazione di tutte le categorie professionali impegnate con i minori ma anche una capillare formazione alle famiglie, agli operatori pastorali ecclesiali. Decodificare, senza la sindrome del giustiziere, con matutirtà umana e professionale il linguaggio del malessere e dell’abuso e della violenza, non sempre identificabile.

I giovani, infatti, non sono propensi ad aprirsi, specie quando vivono il periodo difficile dell’adolescenza e, ancor più, a raccontare episodi che li hanno visti vittime di violenza, o di violenza assistita, anche in ragione di due fattori: l’identificazione generalizzata dell’adulto nel “carnefice” o in un soggetto disinteressato ai loro bisogni e il senso di colpa. 

Fondamentale formare i giovani a riconoscere tutte le insidie della rete, per evitare che vengano facilmente adescati da molestatori, o da pedofili. In rete devono essere sempre più necessari ‘punti di riferimento’: app, numeri verdi, alert. Supporti molto utili di prossimità che possono essere identificabili per evitare i naufragi digitali.

Aiutare i minori a denunciare comporta anche l’impegno necessario per intervenire sull’autore dei reati sessuali (online e offline)

Il fenomeno degli abusi sessuali è trasversale, complesso e che si sta strutturando a livello criminale. Per questa ragione è condivisile la proposta di “una banca dati, da estendere anche a livello internazionale, che consenta alle Prefetture o alle Forze di polizia di verificare, preventivamente, il profilo di tutti quei soggetti che andranno a svolgere professioni a contatto con bambini e ragazzi”. (Direzione Polizia Criminale).

Il Report Meter, di cui consigliamo la lettura e l’approfondimento, rivela che l’abuso sessuale nell’infanzia aumenta la possibilità di una psiche disturbata nell’età adulta e rivela altresì l’importanza del ruolo  genitoriale nella prevenzione dell’insorgenza di tali fragilità. 

Dalle richieste di aiuto rivolte al Centro ascolto di sostegno alla genitorialità Meter, emerge la consapevolezza delle difficoltà nel ruolo genitoriale. Partendo dal presupposto che non esistono genitori perfetti, è possibile, con umiltà e coraggio, riappropriarsi del ruolo educativo autorevole nei confronti dei figli, offrendo loro la possibilità di crescere e di acquisire il senso profondo della propria esistenza. 

Un’emergenza inquietante è rappresentata dall’abuso da parte di minori su minori, dall’utilizzo delle piattaforme del gioco virtuale, con i rischi dell’adescamento e della dipendenza; dalla disumana e infernale perversione nel coinvolgimento dei bambini nei rapporti sessuali con animali. 

Non ci stancheremo di operare, con indefesso impegno, nella prevenzione degli abusi, mediante incontri di informazione e di sensibilizzazione, che nonostante il periodo pandemico, non sono stati mai interrotti e che hanno visto il coinvolgimento di migliaia di persone, ragazzi e adulti. L’ascolto empatico del silenzio fa rumore, dobbiamo continuare la battaglia.

Lo chiedono in modo accorato le vittime di abuso che incontriamo e sosteniamo. Insieme possiamo sconfiggere la pedofilia, gli abusi e la pedopornografia. Ce lo chiedono le vittime, ce lo impone chi non è vittima.

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