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“Ms. Marvel”, una supereroina con fede che offre speranza in un mondo secolarizzato

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MS. MARVEL

Marvel Studios

Padre Jonathan Mitchican - pubblicato il 22/06/22

Il nuovo spettacolo Disney+ presenta ai giovani un'eroina che lotta con molte cose che anche loro devono affrontare, incluse questioni di fede

Crescere non è mai stato facile, e per certi versi oggi è più difficile di quanto non sia mai stato. Le pressioni che affrontano gli adolescenti di oggi sono grandi e impegnative, dal terreno scivoloso della moralità allo sguardo indagatore dei social media. Ora che Ms. Marvelemerge dalle pagine della Marvel Comics sbarcando in televisione e sugli schermi cinematografici, i giovani si trovano finalmente davanti un’eroina che lotta con molte cose che anche loro devono affrontare, incluse questioni di fede.

Per certi versi potrebbe sembrare un’esagerazione. Dopo tutto, gli eroi dei fumetti non dovrebbero essere iconici per i giovani? E Spider-Man forse non ci offre già un esempio di eroe moderno per gli adolescenti? Lo Spider-Man di Tom Holland ha portato sicuramente questa sensibilità nell’universo Marvel, ma nel personaggio di Kamala Khan, interpretato dalla talentuosa Iman Vellani, vediamo cose importanti a cui non abbiamo mai assistito prima.

L’esperienza delle adolescenti è senz’altro molto diversa da quella dei loro coetanei maschi, soprattutto per quanto riguarda l’immagine del corpo, le relazioni e perfino le aspettative accademiche. Ms. Marvel affronta tutto questo dall’interno. Allo stesso modo, in Kamala vediamo cosa significhi crescere come persona di colore proveniente da una famiglia di immigrati in una società che non sempre valorizza queste esperienze. “Non sono le ragazze nere di Jersey City a salvare il mondo”, dice Kamala al suo amico Bruno nel primo episodio del nuovo show della Disney+. Bruno, però, la conosce. “Tu sei Kamala Khan”, dice, “tu vuoi salvare il mondo, e allora lo salverai”. E se la serie assomiglia un po’ al fumetto da cui ha preso le mosse, Kamala imparerà a trovare in sé quello che Bruno già vi vede: forza e compassione che vanno al di là dei superpoteri.

La fede di Ms. Marvel

L’aspetto più notevole del personaggio di Ms. Marvel è forse la sua fede. Al di là del cattolicesimo eccessivamente meditabondo di Daredevil, la religione non è qualcosa che abbiamo visto molto nell’Universo Cinematico Marvel (Marvel Cinematic Universe, MCU), malgrado la presenza di dèi egizi e norreni. Kamala Khan è musulmana, e questa è una parte significativa della sua identità. Se l’islam e il cattolicesimo non sono la stessa cosa, è comunque confortante vedere un personaggio dotato di superpoteri la cui fede è reale, anche se è una lotta. Nei fumetti, Kamala lotta spesso con le sue convinzioni. Già nei primi due episodi della serie ci sono già indicazioni di questo aspetto del personaggio.

Come sacerdote che svolge il suo ministero a tempo pieno come cappellano di scuola superiore, trascorro molto tempo affiancando gli adolescenti mentre cercano di capire a cosa credono e perché. Lo stereotipo è che i giovani oggi hanno respinto completamente la religione. Molti di loro lo hanno sicuramente fatto – è difficile sfuggire alla pressione di accettare una visione completamente secolarizzata del mondo, soprattutto per chi sta ancora cercando di capire quale sia il proprio posto in esso. Spesso, però, nel loro tentativo di dare un senso alla propria fede, gli adolescenti non cercano di rifiutare la religione, e men che meno i profondi legami culturali e familiari che comporta, ma di capire come possa avere un senso nel mondo in cui vivono. Stanno crescendo, e vogliono sapere se la loro religione sta crescendo con loro.

I suoi poteri

Come grande fan dei fumetti di Ms. Marvel, la mia unica delusione finora nella nuova serie riguarda il cambiamento dei poteri di Kamala. Nel fumetto, il suo potere principale è la capacità di allungare e alterare la sua forma e le sue dimensioni. È una metafora che si adatta all’esperienza adolescenziale. Man mano che impara a controllare i suoi poteri, affronta varie situazioni imbarazzanti e molti tentativi falliti di fare le cose nel modo giusto. Deve imparare ad allungarsi in un modo che le dia più forza piuttosto che limitarsi a indebolirsi. Nel MCU, ad ogni modo, non ha poteri di allungamento e alterazione, ma attraverso un braccialetto misterioso le viene dato il potere di manipolare l’energia. Gli ideatori dicono che il cambiamento è necessario per collegare Ms. Marvel ad altre storie importanti che appariranno nel MCU – e spero che abbiano ragione –, ma temo che si possa perdere qualcosa di prezioso. La genialità del personaggio di Kamala Khan è che impara come piegarsi senza spezzarsi, come essere coerente dentro indipendentemente da quello che viene da fuori. E non c’è settore in cui questa metafora è più evidente che nella religione.

Quando i giovani adulti cercano dei modi per “allungare” la loro fede per adattarla alle proprie esperienze, gli adulti devoti temono spesso che stiano cercando di annacquare la fede stessa. È una paura comprensibile. Nel corso della storia, le religioni che si allineano troppo profondamente a un momento culturale passeggero tendono alla fine a scomparire. Chiedete agli dèi norreni ed egizi che la MCU ama tanto.

Come cattolico, credo in una fede universale e senza tempo, e che spesso vuol dire che va spesso controcorrente nei confronti non solo della mia, ma di qualsiasi cultura. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre, come dice Ebrei 13, 8. Il mondo ha bisogno di essere “allungato” per ritrovarsi nel Credo di Nicea viceversa.

Basarsi sulla verità

Sono sempre vere le parole di Papa San Giovanni XXIII, santo patrono della scuola in cui svolgo il mio ministero. Aprendo il Concilio Vaticano II ha affermato che la Chiesa non dovrebbe mai allontanarsi dal sacro tesoro della verità ereditato dai padri, ma allo stesso tempo deve sempre guardare al presente, alle nuove condizioni e alle nuove forme di vita introdotte nel mondo moderno.

Una fede basata sulla verità universale e sull’amore non deve mai temere di affrontare le sfide particolari di un momento specifico. I giovani che vogliono capire se possono far propria la fede data loro dai genitori, che lottano per conciliarla con un mondo moderno che spesso sembra in disaccordo con quello in cui sono stati allevati, hanno bisogno della libertà di saper testare la verità per poterla vedere in tutto il suo splendore.

Sarà il tempo a dire se il rapporto di Kamala Khan con Dio si allungherà a riempire ogni angolo del suo mondo o resterà offuscato da altre preoccupazioni. Ciò che è certo è che Dio ama tutti i giovani, anche nei loro dubbi e nelle loro sofferenze, e rappresentare anche solo una piccola porzione di quell’amore sullo schermo non può non dare agli spettatori un po’ di speranza sul fatto che le loro lotte non siano vane.

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