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Gaenswin: ho sentito la presenza del diavolo intorno a Benedetto XVI

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Photo by VINCENZO PINTO / AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/01/23

Il segretario, braccio destro del Papa, racconta quello che ancora non sappiamo sulle scelte che hanno portato Ratzinger a dimettersi nel 2013

Contro Benedetto XVI ha agito il diavolo, e più volte si è respirata la “puzza” di azioni demoniache durante il suo pontificato (2006-2013): sono durissime le accuse di monsignor Georg Ganswein, segretario del Papa emerito, che per  38 anni è stato al servizio di Joseph Ratzinger.

In versione integrale su Rai 3

Ganswein ne ha parlato in un’intervista a Ezio Mauro, pubblicata da Repubblica (2 gennaio), che andrà in onda, in versione integrale, giovedì prossimo su Rai 3 alle ore 23.40 nella puntata speciale de “La scelta”, intitolata “Così Ratzinger decise di dimettersi”.

“Il diavolo non dorme”

Ratzinger si dimise ufficialmente l’11 febbraio 2013, turbato da troppi scandali che si stavano manifestando nella Chiesa. “La parola scandalo certamente è un po’ forte ma vero è che durante il pontificato ci sono stati molti problemi, Vatileaks, poi lo Ior. Ma è ovvio che, come direbbe Papa Francesco, il cattivo, il maligno, il diavolo non dorme. È chiaro, cerca sempre di toccare, di colpire dove i nervi sono scoperti, e fa più male”. 

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Ganswein tra i due papi.

La presenza del demonio

Nel ripercorrere gli scandali durante i 7 anni di Pontificato, da Vatileaks alla pedofilia, queste le parole di monsignor Ganswein, alla domanda ‘Sta dicendo che ha sentito la presenza del diavolo in quegli anni?’, mons. Ganswein ha risposto: “L’ho sentito in realtà molto contrarie, contro Papa Benedetto“. 

I documenti rubati: la verità

Sul caso Vatileaks e i documenti rubati dal maggiordomo Paolo Gabriele, il segretario di Benedetto XVI, si è espresso così: 

“I documenti non sono stati rubati dalla scrivania di papa Benedetto ma dalla mia. Purtroppo me ne sono accorto molto, molto più tardi, troppo tardi. Io ho parlato con Benedetto chiaramente, gli ho detto, la responsabilità è mia me la assumo. Le chiedo di destinarmi a un altro lavoro, io mi dimetto. No, no mi ha risposto: vede, c’era uno che ha tradito persino nei 12, si chiama Giuda. Noi siamo un piccolo gruppo qui e rimaniamo insieme”, ha aggiunto.

Il presunto sugli abusi: la verità 

Poi, Ganswein ha parlato dell’accusa di essere stato a conoscenza degli abusi quando Benedetto XVI era al vertice della sua diocesi (Monaco), negli anni ottanta. E dei 4 casi emersi all’epoca. Ratzinger reagì prima chiedendo perdono. Poi, dopo la denuncia di una vittima, annunciò che si sarebbe difeso in tribunale. Qui Padre Georg ha rivelato: “C’è stato un errore da parte uno dei nostri collaboratori, perché abbiamo dovuto leggere 8.000 pagine della documentazione, e la persona che ha letto le carte ha detto che in quella famosa riunione del 15 gennaio 1980, il Cardinal Ratzinger non era presente”.

L’errore del “nostro collaboratore”

E ancora: “II nostro collaboratore ha sbagliato le date, una cosa brutta. Quando io ho detto Santo Padre, qui abbiamo sbagliato, Benedetto ha deciso di scrivere una lettera personale, così nessuno può dire che non abbia risposto in prima persona”. 

“Un solo Papa”

Riguardo le dimissioni, monsignor Ganswein ha precisato anche perché Ratzinger ha scelto la formula del Papa Emerito per sé: “Ha deciso così lui, personalmente. Penso che davanti a una decisione così eccezionale tornare cardinale sarebbe stato poco naturale. Ma non c’è nessun dubbio che c’è stato sempre un solo Papa, e si chiama Francesco” (Huffington Post, 2 gennaio 2923).

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